Era stato salvato dalla Corte Suprema iraniana, evitando la pena di morte per aver insultato le leggi dell’Islam. Il programmatore web Saeed Malekpour è stato ora condannato alla pena capitale in un clamoroso cambio d’opinione degli stessi giudici che l’avevano scagionato nello scorso giugno.
Malekpour, iraniano residente in Canada, era stato arrestato nel 2008 subito dopo il suo arrivo a Teheran, accusato di creare e moderare siti web dal contenuto per adulti , considerato pericoloso per la sicurezza nazionale e offensivo nei confronti dell’Islam.
Il programmatore si era difeso sottolineando come il suo software per il caricamento di foto venisse sfruttato senza autorizzazione da parte di svariati siti pornografici . In una lettera consegnata alla stampa, Malekpour aveva accusato le autorità iraniane di abusi e maltrattamenti per ottenere la giusta confessione.
La condanna è giunta dalle autorità canadesi: la pena capitale per il programmatore dimostrerebbe ancora una volta la scarsa considerazione di Teheran nei confronti dei diritti umani . I supremi giudici iraniani hanno confermato la sentenza dopo aver accettato di rivedere il caso dopo l’invalidazione della scorsa estate.
Mauro Vecchio