L’Iran ha bloccato il nuovo esperimento di “ambasciata virtuale” che gli Stati Uniti avevano lanciato per rispondere ad alcune delle esigenze poste dalla popolazione del paese.
Nel 1979 52 diplomatici statunitensi sono stati presi in ostaggio durante la rivoluzione islamica che attraversava il Paese: da allora gli Stati Uniti hanno rinunciato ad avere una presenza diplomatica stabile, rimanendo appoggiati finora a quella Svizzera. Così, per riallacciare le relazioni, si era pensato di partire proprio dalla Rete che Teheran tenta di controllare strettamente: prima si è iniziato aprendo l’account Twitter USAdarFarsi e una pagina Facebook, ora l’ambasciata digitale.
“Virtual Embassy Tehran”, questo il nome del sito , è specificatamente diretto “alla popolazione iraniana”. Washington non ci va leggera: parla dei tentativi del governo iraniano di oscurare i media locali privandoli di tutte le influenze estere.
Pur non essendo una missione diplomatica formale accreditata presso il Governo iraniano, dunque, attraverso il sito gli States promettono di fornire informazioni alla popolazione locale.
Tuttavia, se si cerca di accedere al sito dall’interno del paese si trova ora solo una pagina che spiega: “nel rispetto della normativa sui reati informatici, l’accesso del sito non è possibile”.
Claudio Tamburrino