Con l’ annuncio del blocco immediato dei servizi offerti da Google, sembrava che il grande scisma digitale lanciato dall’Iran fosse a un passo dal compiersi. In realtà, il progetto iraniano di sviluppare una rete a uso e consumo interno sembra incontrare non poche resistenze e, probabilmente, è destinato a naufragare .
Dopo i disordini scoppiati in seguito alla diffusione del trailer del film anti-islamico Innocence of Muslims , le autorità di Teheran stanno ricevendo la ferma opposizione dei cittadini e degli stessi membri del governo, preoccupati per le potenziali gravi conseguenze che l’ autarchia online comporterebbe.
“Sono emersi non pochi problemi in seguito al blocco di Gmail” afferma Hussein Garrousi, membro della commissione parlamentare per le attività industriali. Ciò che trapela dai resoconti internazionali circa il progetto iraniano di disconnessione dalla Rete globale riguarda il diffuso scontento mostrato non solo dai comuni netizen, ma anche dall’establishment politico e culturale del paese islamico. Gli stessi legislatori, così come i giornalisti del posto, sarebbero ad esempio fortemente preoccupati di perdere il proprio archivio email targato Mountain View in mancanza di una valida alternativa.
Da parte sua, Tehran giustifica la volontà di costruire un Web parallelo a quello globale con la necessità di predisporre un sistema di comunicazione impermeabile ai poteri internazionali , colpevoli, secondo le autorità nazionali, di voler ostacolare il processo di sviluppo delle risorse iraniane. “La creazione di un network nazionale di intelligence promuoverà una condizione per la quale il paese diventerà inaccessibile a questi poteri” ha sentenziato il ministro della comunicazione e informazione, Reza Taqipour. Il riferimento è all’ondata di cyberattacchi del worm Stuxnet lanciato per contrastare il sistema iraniano per lo sviluppo di energia nucleare.
Al momento, l’Iran sembra ancora lontano dalla realizzazione concreta del blocco dei servizi offerti dalla Rete, considerando i 34 milioni di netizen stimati nel paese. Un’ipotesi accreditata è la costruzione di un’intranet iraniana destinata a convivere con i contenuti parzialmente filtrati della grande Internet.
Cristina Sciannamblo