Condannato alla pena capitale in un clamoroso primo cambio d’opinione della Corte Suprema iraniana, il programmatore web Saeed Malekpour ha ora festeggiato la sospensione della sentenza emessa nei suoi confronti per la creazione di un software per il caricamento di immagini fotografiche su alcuni siti pornografici .
Pentitosi del suo lavoro di sviluppo su Internet, Malekpour ha evitato la condanna a morte per “aver insultato le sacre leggi dell’Islam”. Residente in Canada, il programmatore era stato arrestato nel 2008 subito dopo il suo arrivo a Teheran, accusato di aver creato e gestito siti web dal contenuto per adulti .
Malekpour si era dichiarato innocente al cospetto dei supremi giudici iraniani, non avendo mai autorizzato lo sfruttamento del suo tool fotografico per la condivisione di immagini pruriginose.
Il governo canadese – supportato dagli attivisti di Amnesty International – aveva accusato Teheran di maltrattamenti e scarsa considerazione nei confronti dei fondamentali diritti umani. ( M.V. )