In diretta televisiva, il governo iraniano ha annunciato il blocco immediato dei servizi offerti da Google, dalla piattaforma per la gestione della posta elettronica Gmail al più famoso search engine sul web. Scarsi i dettagli, limitatisi al comunicato più stringente: “Google e Gmail verranno filtrati a livello nazionale fino ad ulteriori notifiche”.
Nessuna conferma delle indiscrezioni lanciate dal movimento studentesco in Iran: il blocco dei servizi di BigG sarebbe una diretta conseguenza dell’ormai celebre trailer apparso su YouTube , anticipazione di 14 minuti del film che ha scatenato il caos tra i paesi di fede islamica.
Tra proxy e reti VPN, gli utenti iraniani sono finora riusciti ad accedere a piattaforme come Facebook e la stessa YouTube, finite nel mirino delle autorità di stato dopo le proteste popolari contro la rielezione del Presidente Mahmoud Ahamdinejad. Entro la primavera del 2013, il governo di Tehran dovrebbe portare a termine le operazioni per una vera autarchia online .
In lingua farsi, la rete interna sviluppata dal ministero delle Comunicazioni dovrà risultare anni luce lontana dalla cultura di stampo occidentale. Nella prima fase operativa, i tecnici del governo dovrebbero disconnettere le principali agenzie amministrative dalla Rete globale . Prima di coinvolgere i singoli computer privati nel grande scisma digitale .
Mauro Vecchio