Roma – C’è un singolare e sempre più stretto rapporto tra le tensioni del mondo fisico di questi giorni e quelle del mondo elettronico. Nel momento in cui nei paesi arabi sale la contestazione contro l’intervento militare americano in Iraq, infatti, viene segnalato anche un aumento notevole degli attacchi a siti web da parte di defacer pacifisti o anti-americani.
Agli sporadici episodi dei giorni scorsi si aggiungono ora attacchi più sistematici.
Viene, segnalato, ad esempio, l’aggressione al sito della televisione irachena www.iraqtv.ws , un assalto compiuto da defacer filo-americani che hanno ritenuto di dover rendere pubblico in questo modo le proprie propensioni politiche. Andando su quella pagina mentre scriviamo si possono ancora leggere le lunghe dichiarazioni, i link e le documentazioni messi online dai defacer.
Quasi fosse una sorta di risposta, nelle ore immediatamente successive il Washington Post ha segnalato il defacement di più di 400 siti americani da parte di quello che si è auto-definito Unix Security Guards, un gruppo chiaramente filo-islamico.
Questo gruppo ha lasciato sulle pagine che ha “ritoccato” un messaggio che chiede la fine della guerra e mescola frasi religiose tratte dal Corano con una invettiva anti-americana, nella quale si sostiene che la “cyberguerra a lungo promessa” è finalmente iniziata e che “questo è solo l’inizio”. Secondo gli autori di queste incursioni, “proprio come gli Stati Uniti fanno quello che pare loro nel mondo, noi faremo quello che ci pare su Internet”. Come riportato anche da Geek.com, il messaggio lasciato sui siti americani termina con: “Fermate i terroristi statunitensi e noi ci fermeremo”.