La dottrina Sarkozy , altresì noto come meccanismo dei three strike è in procinto di passare alla fase operativa vera e propria, perlomeno in Irlanda dove il provider Eircom annuncia l’avvia di un test pilota teso a disconnettere gli impenitenti dei download non autorizzati. L’Alta Corte lo aveva deciso e il maggiore ISP del paese obbedisce consegnando all’industria musicale le chiavi delle connessioni domestiche usate (apparentemente) per le perniciosa attività di file sharing illegale.
Le norme in materia di disconnessioni forzate in caso di download non autorizzato sono già state approvate in Francia, ma l’Irlanda rappresenta il primo paese europeo in cui questo genere di sistema anti-pirateria passi dalla teoria alla pratica quotidiana. Anzi settimanale, visto che Eircom si è impegnata a processare ogni sette giorni 50 indirizzi IP segnalati dalla Irish Recorded Music Association (IRMA) per spedire le missive minatorie ai proprietari della connessione.
Nessun intervento dell’autorità giudiziaria o prova concreta necessari, a IRMA (rappresentante diretta delle Quattro Sorelle del disco come RIAA negli USA) basterà chiedere all’ISP di richiamare all’ordine l’utente e il gioco sarà fatto: al terzo avviso scatterà la disconnessione di una settimana, mentre al quarto la connessione a banda larga verrà staccata per un anno intero e indipendentemente dal fatto che in casa la usino tutti per ben altri motivi oltre al P2P che tanto fa paura all’industria.
A fornire gli indirizzi IP incriminati a IRMA (che a sua volta li passerà a Eircom) sarà Dtecnet , società ben nota per la sua tecnologia di tracciamento degli utenti dietro quegli indirizzi. Le disconnessioni sono necessarie, ha tuonato il giudice dell’Alta Corte irlandese Peter Charleston, perché “su Internet è salita alla ribalta la parte malvagia della personalità umana, fatta di aspetti che creano repulsione così come di aspetti attraenti e umoristici”.
In attesa di ulteriori spiegazioni in merito alle inconsuete esternazioni di Charleston, IRMA dice di essere convinta dell’efficacia del progetto pilota (da revisionare dopo tre mesi dall’avvio) che dovrebbe, secondo non meglio precisate ricerche preesistenti, condurre sulla strada dei download legali l’80% degli utenti destinatari delle missive di avviso in procinto di spedizione.
Chi è parimenti convinta della bontà dei suoi prodotti è la crew di The Pirate Bay, il portale di torrent già preso di mira da Eircom in passato, che coglie l’occasione della nuova pratica anti-pirateria irlandese per ostentare il suo solito umorismo smargiasso e propagandare l’uso di IPREDATOR , la “darknet” commerciale capace di bypassare e anonimizzare il traffico di rete con buona pace di chi vorrebbe impiccare gli utenti a un semplice indirizzo IP.
Alfonso Maruccia