Era il 2009 quando il provider irlandese Eircom adottava in maniera volontaria un vasto meccanismo di blocco e filtraggio dei contenuti condivisi in violazione del copyright. I responsabili del fornitore di connettività cedevano dunque alle insistenti pressioni esercitate da Irish Recorded Music Association (IRMA), in rappresentanza delle quattro grandi sorelle dell’industria discografica.
Due anni dopo, la versione locale della famigerata Dottrina Sarkozy si era all’improvviso inceppata. Per sua stessa ammissione, Eircom aveva inviato centinaia di missive – le notifiche di violazione del diritto d’autore secondo il meccanismo dei tre colpi – a presunti scariconi della Rete, in realtà abbonati totalmente innocenti . L’errore aveva scatenato un’inchiesta del Data Protection Commissioner (DPC).
La Commercial Court di Dublino ha ora annullato l’ordine con cui lo stesso DPC bloccava il regime delle disconnessioni di Eircom per evidente violazione della privacy . Al terzo avviso, il provider provvede alla sospensione di una singola connessione per un periodo non superiore alla settimana. Tutti gli utenti che arrivano al quarto avviso rischiano invece la disconnessione permanente da Internet.
Erano state le stesse major del disco – EMI Records, Sony Music, Universal Music, Warner Music – a presentare il ricorso contro l’ordine del DPC nei confronti delle strategie antipirateria di Eircom. Il giudice dublinese ha ora accolto le richieste delle grandi etichette, trovando un cruciale difetto nello status di validità del blocco voluto dalla privacy irlandese.
Stando alla decisione della Commercial Court , l’ordine emanato dal DPC non avrebbe incluso le “specifiche motivazioni” alla base del blocco dei tre colpi di Eircom . Motivazioni fondamentali per collegare lo stesso ordine alle questioni di privacy sollevate dalle lettere inviate agli abbonati innocenti. Le major tirano così un sospiro di sollievo: la ricetta francese di Eircom tornerà a sfornare piatti salatissimi per chi abusa del copyright.
Mauro Vecchio