Irrational Games cambia forma

Irrational Games cambia forma

Non solo un significativo ridimensionamento, ma anche la promessa di nuovi titoli: dopo la rigogliosa avventura di Bioshock, i prossimi giochi, solo in digital delivery, saranno improntati sulla narrazione
Non solo un significativo ridimensionamento, ma anche la promessa di nuovi titoli: dopo la rigogliosa avventura di Bioshock, i prossimi giochi, solo in digital delivery, saranno improntati sulla narrazione

Diciassette anni investiti nella creazione di mondi da giocare, una squadra che si è consolidata dando vita alla distopica ambientazione di Rapture e alla città fluttuante di Columbia per la serie di Bioshock: Irrational Games, con le parole del suo fondatore Ken Levine, ha annunciato di volersi ricombinare .

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Un team decisamente più snello, con una gerarchia meno rigida e un rapporto più stretto con i gamer: questo l’aspetto che assumerà Irrational Games, con l’obiettivo di “ritornare al punto in cui siamo partiti: una piccola squadra che lavora a giochi per un pubblico di veri appassionati”. Se ora lo studio è impegnato nella prossima distribuzione di Burial at Sea – Episode Two , il secondo DLC per il tormentato e costoso Bioshock Infinite, nel futuro di Irrational Games ci sono progetti di titoli basati su una forte componente narrativa, giocabili e rigiocabili, distribuiti in formato esclusivamente digitale “in modo da costruire una relazione più diretta possibile con i fan”.
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Per questo tipo di progetti , sottolinea Levine, sarà necessario un “lungo processo di design” e una struttura più flessibile, capace di alimentare la creatività. È per questo che il fondatore meditava assumersi il rischio di riassemblare Irrational Games in una sorta di startup. Ma Take-Two, che nel 2009 ha acquisito lo studio, ha convinto Levine a continuare a lavorare nel proprio alveo.

Certo, sarà necessario un sostanzioso ridimensionamento: ad Irrational Games rimarranno solo 15 dipendenti, anche se Levine assicura che a coloro che dovranno lasciare lo studio verranno garantite, insieme al supporto economico, delle opportunità per imboccare delle nuove direzioni insieme a sviluppatori e publisher terzi. A quanto pare , c’è già chi si sta mobilitando.

Gaia Bottà

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Pubblicato il
19 feb 2014
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