Il coronavirus ha colpito duramente l’Italia, sia in termini di vite, sia in termini economici. Ma in questa crisi i più ottimisti vedono uno spiraglio di luce: il Belpaese, da sempre fanalino di coda in Europa quanto ad adozione di tecnologie digitali, potrebbe colmare il digital divide e fare salti in avanti nell’informatizzazione di tutti noi.
Questo almeno è l’auspicio di Informatici senza Frontiere (ISF), associazione senza fini di lucro attiva in moltissime regioni che da sempre si è attivata per aiutare chi ne ha più bisogno ad acquisere le competenze digitali che troppo spesso mancano in molto fasce della popolazione.
Informatici Senza Frontiere: abbattere le barriere
In un recente comunicato pubblicato da ISF si legge:
Oggi saper usare una videochiamata per stare in contatto con la famiglia che non può varcare la porta dell’ospedale o della casa di riposo, o sapersi destreggiare con le piattaforme per la didattica a distanza che entrano nelle case degli alunni, o solo poter consentire l’uso del tuo Wi-Fi ai vicini che non ce l’hanno, può fare la differenza tra subire questa fase di isolamento o conviverci in modo costruttivo.
Alla luce di questa situazione i volontari dell’associazione hanno deciso di mettere le proprie competenze al servizio di alunni, insegnanti, anziani e di tutte le persone che non possiedano la necessaria alfabetizzazione informatica. Un supporto decisamente prezioso in questo periodo e completamente gratuito.
Il supporto gratuito Covid-19 si articola in primis in una serie di guide all’uso di smartphone e tablet ma anche di spiegazioni su come configurare al meglio il proprio router, non solo per raggiungere una velocità ottimale ma anche per condividere la propria connessione con vicini che non siano dotati di Internet veloce. I volontari offrono anche un supporto “di persona” a chi abbia necessità specifiche che non sono coperte dalle guide pubblicate.
Per i ragazzi e i bambini, inoltre, è stato pensato un percorso didattico che consente di mettere in pratica un po’ di programmazione cimentandosi con Scratch, un linguaggio visuale estremamente semplificato che consente di imparare il coding divertendosi. In queste ore la onlus ha anche attivato una raccolta fondi che punta a raccogliere i soldi necessari all’acquisto di tablet e computer per tutti coloro che ancora non ne siano dotati.
Chissà se alla fine di questa pandemia l’Italia potrà davvero ridurre il digital divide, certamente l’uso quotidiano di nuove tecnologie informatiche, comprese le app allo studio per il contact tracing, contribuirà ad alfabetizzare chi finora ha vissuto solo marginalmente la trasformazione digitale.