Dopo la presentazione del progetto di legge in Parlamento, gli elettori islandesi si sono recati alle urne per esprimere la propria posizione in merito al testo costituzionale in crowdsourcing, redatto dopo la prima adozione nel lontano 1944, in seguito all’indipendenza.
Con il 66 per cento di voti favorevoli , i residenti del paese hanno accolto la revisione delle norme fondanti dello stato sulla scia dello scontento della popolazione registrato in seguito al collasso del sistema bancario nel 2008 e alle accuse di clientelismo tra la classe politica e l’élite finanziaria.
Secondo quanto stabilito dalla legge, un panel costituito da 25 cittadini scelti ha affiancato l’assemblea costituzionale nei lavori di riscrittura delle norme, ricevendo spunti, suggerimenti e obiezioni dai netizen . Il risultato della consultazione collettiva è stato reso pubblico nel luglio dello scorso anno.
Il referendum non ha una funzione vincolante, ma gli ottimisti sostengono che sarà dura per il parlamento ignorare la volontà dei cittadini anche se i partiti di opposizione hanno espresso la loro contrarietà alle modifiche costituzionali. ( C.S. )