IsoHunt proprio non ci sta a fare da punching ball alle major e alla loro ossessione iniziativa di contrasto al P2P non autorizzato. Già bersagliato dalle organizzazioni statunitensi delle etichette discografiche e di Hollywood, il popolare portale di ricerca di contenuti su rete BitTorrent prova a rivalersi, almeno in Canada, cercando il gran colpo di una legittimazione formale della propria attività .
IsoHunt si muove questa volta d’anticipo, spiazzando la Canadian Recording Industry Association (CRIA), la RIAA canadese, e trascinandola davanti al giudice in risposta alle ripetute minacce dell’organizzazione contro il motore di ricerca.
CRIA, che in passato ha preso spesso e volentieri di mira i siti di torrent come Demonoid , ha inviato alcuni mesi fa ai responsabili di isoHunt una lettera di “cease&desist” in cui richiedeva la sospensione immediata delle attività del sito. In caso di “resistenza”, il fondatore Gary Fung avrebbe dovuto fronteggiare l’ ennesima causa legale contro il file sharing torrentista, con richieste di risarcimento nell’ordine di 20mila dollari per ogni singolo brano scaricato dagli utenti grazie al portale.
Forte della sua policy in rispetto del copyright, però, isoHunt non ci sta a fare la fine di Demonoid e sfida CRIA ad andare fino in fondo davanti al giudice. “Abbiamo sempre rispettato le richieste dei detentori del copyright nella rimozione dei puntatori a materiale piratato – sottolinea Fung a TorrentFreak – e nonostante questo le organizzazioni come CRIA (che tra l’altro in passato aveva già inviato le suddette richieste a isoHunt venendo prontamente servita) preferiscono adottare una tattica ricattatoria piuttosto che limitarsi a rispettare la legge”.
In un estremo atto di autodifesa, dunque, prima che le minacce di CRIA si trasformino in missive di avvocati, Fung ha presentato richiesta presso la Corte di British Columbia per la definizione, una volta e per tutte, dei confini legali entro i quali i portali di ricerca di .torrent come isoHunt idealmente si muovono.
La petizione dell’ executive , che descrive sommariamente la tecnologia BitTorrent, la sua natura aperta e il fatto che CRIA non può pretendere di reclamare alcun sacro diritto di copyright sulla totalità dei contenuti scambiati sul network e cercati su isoHunt, chiama in sostanza la giurisprudenza canadese a decidere, fissando così un precedente, se i motori di ricerca di torrent – che nella definizione perorata da isoHunt non sono altro che piccoli Google per il P2P – infrangano la legge o meno .
A parte questo, comunque, Fung si dimostra battagliero e intenzionato a non perdere faccia e business contro l’organizzazione canadese : “Intendiamo portare questa causa fino alla Corte Suprema Canadese – dice Fung – finché CRIA non si accorderà con noi fuori dal tribunale in una qualche maniera ragionevole”.
Alfonso Maruccia