Roma – Ad un provider finlandese un tribunale ha ordinato di cancellare il sito web di un proprio cliente, pena l’accusa di favoreggiamento. L’intervento del giudice è stato chiesto dalla Business Software Alliance , che ha inutilmente chiesto più volte a Jippii di mettere fuori linea un sito che, secondo la BSA, diffondeva copie pirata di software.
Un sito “warez”, dunque, ma non per l’Internet Service Provider finlandese che fino all’ordinanza del giudice ha sempre risposto alla BSA che avrebbe difeso i diritti del proprio cliente fino a quando la BSA stessa fosse in grado di dimostrare che effettivamente il sito diffondeva i numeri seriali di software commerciali.
Il caso di Jippii non solo mette in luce ancora una volta il sempre più difficile ruolo dei provider, alle prese da un lato con la necessità di garantire delle tutele ai propri clienti e dall’altro con le pressioni sempre più incalzanti dei produttori di contenuti o di software che cercano di agire con tempestività su siti ritenuti “illegali”.
Conseguenza di questa situazione è quello che accade in molti paesi, Italia compresa, nei quali vi sono provider che agiscono preventivamente per evitare guai giudiziari. O casi, come quello di Jipii, dove la cancellazione di un sito avviene prima dell’apertura di un procedimento giudiziario e sulla base della sola segnalazione di un produttore o, in questo caso, di un’associazione di produttori.
Un caso che ha fatto rumore di recente, per esempio, è quello della chiusura di film88.com voluta dalla Motion Picture Association of America (MPAA).