In manette è finito un dipendente del ministero israeliano del Welfare, accusato di aver rastrellato le informazioni personali di circa 9 milioni di cittadini locali . Una mostruosa fuga di dati risalente all’anno 2006, quando il software Agron 2006 , attraverso cui era possibile interrogare il database, era finito tra i vasti meandri delle reti di file sharing.
Lo stesso impiegato aveva infatti provveduto a far circolare la gran quantità di dati, accuratamente copiati in seguito all’accesso al database biometrico voluto dalle autorità in terra israeliana . Le informazioni erano dunque passate di mano in mano, fino al misterioso sviluppatore di Agron .
Altri sei sospetti sono ora stati arrestati dalla polizia locale, apparentemente coinvolti nell’imponente offensiva nei confronti degli archivi biometrici gestiti dal governo. Agron aveva offerto ai vari condivisori la possibilità di spulciare tra informazioni relative a date di nascita, indirizzi, carte d’identità .
Il ministro ai Servizi Governativi Michael Eitan ha così chiesto l’ abolizione di un database vulnerabile e zeppo di dati riservati , al centro di false promesse su una presunta “chiusura ermetica”. “Chi può assicurare che dipendenti scontenti non inizino a diffondere le nostre impronte digitali?”, ha continuato Eitan.
Lo stesso Ministro ha dunque sottolineato come il database biometrico non sia affatto al riparo da eventuali attacchi da parte di malintenzionati. Possibilità che metterebbe a rischio la privacy di milioni di cittadini israeliani.
Mauro Vecchio