Tra gli innumerevoli progetti ospitati in oltre vent’anni di attività dalla Stazione Spaziale Internazionale c’è anche quello battezzato AMASS (Avian Migration Aerial Surface Space) a cui questa settimana la NASA dedica un approfondimento sul proprio sito ufficiale. Si tratta di un’iniziativa finalizzata allo studio delle rotte migratorie degli uccelli attraverso l’analisi delle fotografie scattate dagli astronauti.
Il progetto AMASS: Avian Migration Aerial Surface Space
Il focus è in particolare sulle specie a rischio estinzione e su come i loro spostamenti tra le diverse zone del pianeta abbiano risentito nel tempo dell’intervento diretto o indiretto del fattore umano. Per meglio comprendere di cosa si tratta riportiamo di seguito in forma tradotta le parole di David Saint-Jacques che vi ha preso parte durante il periodo trascorso a bordo della ISS.
È sempre stata una delle mie passioni osservare la Terra dallo spazio. Poiché gli uccelli sono impattati da ciò che facciamo al pianeta, è stato per me un modo fantastico per dare uno scopo alle mie osservazioni della Terra. Vedere la portata delle migrazioni dallo spazio, immaginare gli uccelli coprire quelle incredibili distanze, mi ha provocato un timore reverenziale.
L’acquisizione delle immagini rappresenta una sfida non di poco conto, anzitutto perché condotta a bordo di una stazione orbitante che viaggia a oltre 7 chilometri al secondo e distante oltre 400 chilometri dal suolo. Ci vuole anzitutto l’attrezzatura giusta ed è necessaria sapere cosa inquadrare.
I risultati possono essere osservati su una mappa interattiva ospitata dal sito istituzionale del governo canadese. Il progetto AMASS è portato avanti dalla NASA in collaborazione con CSA (l’agenzia spaziale canadese) e con il supporto della Roberta Bondar Foundation (Roberta Bondar è stata la prima donna canadese impegnata in una missione spaziale, nel 1992).