Ieri è arrivata sulla Stazione Spaziale Internazionale la Cygnus di Northrop Grumman. A bordo della navicella cargo ci sono oltre 3.700 Kg di rifornimenti e materiale scientifico, tra cui una stampante 3D per oggetti metallici, pesante circa 180 Kg, sviluppata da Airbus per conto dell’ESA (Agenzia Spaziale Europea).
Complicato stampare metalli nello spazio
Sulla ISS ci sono già diverse stampanti 3D (la prima è arrivata nel 2014) che usano polimeri (plastica) per stampare piccole parti di ricambio. La nuova stampante usa invece fili di acciaio inossidabile, come quello impiegato nelle protesi mediche e nel trattamento delle acque, in quanto resistente alla corrosione.
La stampa 3D di oggetti metallici viene effettuata sulla Terra in laboratori di 10 mq. La stampante 3D portata sulla ISS è grande come una lavatrice. Il filo di acciaio inossidabile viene riscaldato da un laser ad elevata potenza fino ala sua temperatura di fusione (circa 1.400° C). La procedura avviene all’interno di un box sigillato per evitare la fuoriuscita di calore e fumo (catturato dai filtri).
Prima di avviare la stampa, controllata dalla Terra, l’ossigeno interno deve essere scaricato nello spazio e sostituito da azoto per evitare l’ossidazione dell’acciaio fuso. Verranno stampati quattro oggetti, uno dei quali è visibile nell’immagine.
Gli stessi oggetti verranno stampati sulla Terra per effettuare un successivo confronto con quelli stampati sulla ISS. La stampa richiederà fino a quattro settimane perché è possibile usare la stampante solo per quattro ore al giorno, considerato il rumore generato da motore e ventole. Una simile stampante 3D potrebbe servire per stampare parti strutturali e utensili in metallo.