Ma chi ha detto che è finita l’epoca della televisione? Il medium passivo per eccellenza in Italia resiste ad oltranza all’avanzare della rivoluzione tecnologica: dei dispositivi elettronici più in voga è l’unico ad essere diffuso in più del 90 per cento delle famiglie, per la precisione nel 95,9 per cento (il cellulare è all’85,5 per cento). Una resistenza che, a leggere il Rapporto ISTAT Le tecnologie dell’informazione e della comunicazione: disponibilità nelle famiglie e utilizzo degli individui , domina ancora sulla diffusione dell’accesso ad Internet: solo il 38,8 per cento delle famiglie ne dispone.
A segnalare che la televisione resiste c’è anche l’aumento dei lettori DVD (oggi nel 56,7 per cento delle case) e dei decoder DTT (oggi nel 19,3 per cento delle case) nonché la sempre maggiore diffusione dell’antenna parabolica per la ricezione di segnali televisivi (28,6 per cento).
Se si guardano le famiglie Eurostat , quelle che considerano i comportamenti delle persone tra i 16 e i 64 anni, spiega ISTAT, allora l’Italia per quanto riguarda la diffusione della rete è indietro rispetto a molti dei paesi UE : è 18esima, con una penetrazione della rete del 43 per cento rispetto alla media del 54. Il Belpaese si colloca dietro la Lituania ma prima di Polonia, Portogallo o Cipro:
Ma se l’Italia domina la parte bassa della classifica, i numeri ISTAT dicono comunque che si collega alla rete il 42,3 per cento degli uomini e il 31,7 per cento delle donne, mentre dicono di usare un personal computer percentuali leggermente superiori (rispettivamente il 47,2 per cento degli uomini e il 36,6 per cento tra le donne).
A far intravedere una crescente popolarità di Internet e a far comunque sperare per il futuro sono due fattori. Il primo è che aumenta il numero di coloro che si collegano con frequenza o magari tutti i giorni (si è passati in un anno dal 14,1 al 16,1 per cento). Il secondo è relativo alle fasce di età: se sopra i 65 anni l’uso della rete è ancora del tutto marginale, tra i giovani Internet è assieme ai cellulari il mattatore (lo usano il 68 per cento dei giovani tra i 15 e i 19 anni).
Non ci sono invece che cattive notizie per quanto riguarda la diversa diffusione di computer ed Internet tra nord e sud del paese , una distanza che era di 8,6 punti percentuali nel 2003 e che nel 2007 si è allargata a 12,6 punti, a segnalare evidentemente l’inconsistenza delle politiche di sviluppo nel meridione e nelle isole rispetto alle esigenze di crescita.
Di interesse il fatto che a livello nazionale la Internet wireless sia ancora negletta . Secondo ISTAT sono ancora poche le persone che usano un collegamento senza fili per connettersi ad Internet: il 17,3 per cento dell’utenza Internet usa un portatile con collegamento WiFi, il 7,4 per cento ricorre al cellulare via GPRS, il 6,8 per cento di temerari della tariffa ricorre persino all’UMTS. Se si va a guardare invece la copertura broad band, si scopre che la banda larga tocca ora quasi il 23 per cento delle famiglie connesse, una percentuale “spinta” dai progressi nel Settentrione.
Ma cosa si fa con Internet? Quella minoranza che usa la rete lo fa per gestire la posta elettronica (77,3 per cento), per cercare informazioni su merci e servizi (64,8) e per apprendere (54,7). Tira anche il turismo (“viaggi e soggiorni”) con il 43,4 per cento dell’uso e la sempreverde informazione: il 43,1 per cento dell’uso della rete è andato nella lettura di giornali, news e riviste. Cresce nell’ultimo anno la fruizione di giochi online, di musica o di “immagini” (dal 32,3 al 39,9 per cento) nonché di radio e tv web (dal 14,8 al 21,4 per cento). Inutile dire che ci sono poi una serie di attività strettamente legate all’età. Su tutte la chat, che coinvolge il 57 per cento dei giovani sotto i 24 anni ma il cui utilizzo scende progressivamente coll’aumentare degli anni degli utenti.
Al VoIP non va benissimo ma ci sono buone speranze per il futuro: se le video-conferenze e le chiamate via Internet nel 2006 occupavano l’8,6 per cento delle attività in Internet, nel 2007 questa percentuale è salita al 13,7 per cento. Un aumento che non fa gridare al miracolo ma che sembra testimoniare la maggiore consapevolezza della bontà dello strumento ed evidenzia gli effetti della più frequente integrazione del VoIP nelle offerte per le famiglie avanzate dalle compagnie telefoniche, anche da quelle maggiori.
Alti e bassi anche per il commercio elettronico . Più di un quarto dell’utenza over14 ha usato Internet nell’ultimo anno per compiere almeno un acquisto, in particolare biglietti di viaggio, libri, giornali e riviste ma anche e-learning, abiti e articoli sportivi. Il 23 per cento di chi ha speso lo ha fatto per comprare l’accesso a film e musica, percentuali simili anche per attrezzature elettroniche o ricariche telefoniche. Sotto il 20 per cento il software videoludico, i biglietti per spettacoli e l’hardware informatico.
Ad ostacolare un uso intensivo della rete sono probabilmente anche le scarse abilità informatiche degli utenti: in particolare – dice ISTAT – “la quasi totalità degli utilizzatori del personal computer sa copiare o muovere un file o una cartella (86,1 per cento) e sa copiare o muovere informazioni all’interno di un documento (85,7 per cento)”, ma le percentuali scendono drammaticamente quando si parla di altre abilità essenziali. Solo il 56,8 per cento sa installare e connettere periferiche e il solo il 50,9 per cento sa comprimere dei file. Collegarsi ad una LAN è una capacità che hanno solo il 35,6 per cento degli utenti di computer mentre solo il 28,2 per cento dichiara di poter risolvere eventuali problemi di funzionamento della propria macchina.
Per chiudere, volendo tornare al dato centrale del Rapporto, si può comunque affermare che c’è almeno una fascia di popolazione in cui la televisione è stata messa sotto : è quella delle famiglie in cui il capofamiglia è un dirigente o un libero professionista, o un imprenditore, famiglie nelle quali il possesso del telefonino raggiunge la vetta del 97,2 per cento contro il 94,7 per cento della televisione. Ma sono famiglie tecnologiche dove si riscontra anche un alta percentuale di computer e altri beni tecnologici. Una simile diffusione del cellulare si trova anche nelle famiglie meno ricche, case in cui però tutti i beni tecnologici che non siano telefonini sono assai meno diffusi.