Chi dice che le imprese italiane non sanno cosa sia Internet si sbaglia. Lo afferma l’ ISTAT , che ha appena sfornato nuovi numeri rilevati a gennaio di quest’anno secondo cui il PC collegato ad Internet, magari per utilizzare la posta elettronica, è diffuso nel 90 per cento delle imprese .
Certo, l’uso dell’email può sembrare poco significativo, ma in realtà testimonia una diffusione dell’accesso che è cresciuta negli anni: oggi un addetto su tre lavora su un PC connesso alla rete . Può sembrare poco, ma se si considera che solo il 42,6 per cento dei dipendenti delle imprese sopra i 10 dipendenti utilizza un computer il quadro risulta più chiaro.
A gennaio 2007, il 96,4 per cento delle aziende che dispone di computer e almeno 10 addetti utilizza la posta elettronica, il 97,6 per cento dispone di Internet, il 59,0 per cento possiede un proprio sito Web, il 32,4 per cento utilizza una Intranet, e, in generale, il 61,7 per cento si avvale di reti locali (LAN) per connettere i propri computer
Tutto questo non significa, evidentemente, che di Internet si faccia grande uso, tanto che l’Istituto di statistica parla di diffusione capillare di Internet per finalità a basso contenuto interattivo . Una definizione che comprende l’accesso ai servizi bancari o finanziari, quello ai servizi della pubblica amministrazione o per la promozione dei propri prodotti sul sito web dell’azienda: tutte operazioni che coinvolgono 9 imprese su 10 (e il 94,7 per cento di quelle che gestiscono un sito web).
Quando si va a servizi più complessi , come l’offerta di interazione e personalizzazione sul sito wbe aziendale (1 impresa su 5) oppure lo svolgimento delle pratiche amministrative integralmente via email (47 per cento delle aziende connesse), i numeri si abbassano. Fino ad arrivare alle vendite online, che coinvolgono il 3,8 per cento delle imprese sopra i 10 dipendenti.
Dalla dimensione dell’impresa deriva l’uso di Internet : maggiore è l’azienda, più esteso è il ricorso alla rete. Se le società con pochi dipendenti tendono a fare un uso “essenziale” della rete, quelle sopra i 50 dipendenti si rivolgono più facilmente ad una infrastruttura tecnologica aggiornata. Delle imprese dotate di sistemi informatici (“imprese informatizzate”), il 13,7 per cento utilizza reti Extranet, il 14,8 per cento impiega tecnologie informatiche (sistemi ERP) per lo scambio di informazioni tra funzioni aziendali interne all’impresa (dal front office al back office) e l’11,9 per cento integra i propri sistemi informatizzati di gestione degli ordini di acquisto e di vendita con quelli di altre imprese (clienti o fornitori).
Comprensibile in questo quadro che le imprese del Nord abbiano più facilmente un sito web rispetto a quelle del Mezzogiorno (62 per cento contro 48,5 per cento) e che sia più facile che il sito web corrisponda ad un’azienda con più di 50 addetti rispetto a quelle più piccole (80 per cento contro 55,9 per cento).
Di interesse anche la diffusione della banda larga tra le imprese : tutte le aziende, indipendentemente dalla dimensione, puntano ad una connettività broad band e le più grandi ricorrono più delle altre a tecnologie wireless. “A gennaio 2007 – spiega ISTAT – i collegamenti in banda larga sono presenti nel 78,4 per cento delle imprese informatizzate, i modem analogici nel 19,2 per cento e l’ISDN nel 27,1 per cento. Le connessioni wireless sono utilizzate dal 14,8 per cento delle imprese informatizzate e risultano più frequenti di quelle effettuate via modem e ISDN nelle imprese informatizzate con almeno 50 addetti”.
Open source, non più uno sconosciuto
Tra i dati di interesse anche quelli relativi all’ open source . “Sistemi operativi che – spiega ISTAT – attraverso il risparmio in termini di costi immateriali (licenze software), facilitano l’adozione di processi aziendali informatizzati: a gennaio 2007 il 12,2 per cento delle imprese informatizzate ha in uso tali sistemi operativi”.
L’open source attira in particolare le società informatiche, quelle assicurative e bancarie, le industrie delle macchine elettriche ed ottiche. Nel mondo informatico il 42,2 per cento delle imprese fa ricorso a soluzioni open source. È un dato che emerge da anni e sul quale si polemizza di continuo: le imprese italiane faticano a trovare specialisti IT che rispondano alle esigenze di sviluppo informatico con le quali si scontrano.
Secondo l’ISTAT il 45 per cento delle imprese interessate ad assumere nel 2006 specialisti in ICT ha incontrato varie difficoltà a ricoprire i posti vacanti . Una difficoltà che decresce all’aumentare delle dimensioni aziendali: dal 49,6 per cento delle imprese minori al 32,7 per cento di quelle maggiori.
Il problema è che le imprese che assumono non sembrano soddisfatte dell’assunzione . In particolare una su quattro lamenta mancanza di esperienza o di qualifiche dei candidati, mentre il 13,5 per cento lamenta “richieste salariali troppo alte”.
“La mancanza di qualifiche – specifica ISTAT – è la principale difficoltà di reperimento di personale specializzato nel macrosettore dei servizi (26,9 per cento). Le imprese con almeno 50 addetti indicano nell’esiguità del numero di candidati specialisti in ICT la difficoltà principale di copertura di posti vacanti. La mancanza di competenze nell’uso di tecnologie ICT di base o avanzate è invece individuata come causa di difficoltà nella copertura di posti vacanti dal 20,3 per cento delle imprese informatizzate che hanno espresso una domanda di personale per mansioni ICT non specializzate”.
Per un dipendente IT la formazione tecnologica è essenziale, una formazione che viene proposta e spinta quasi esclusivamente nelle imprese di maggiori dimensioni: nel 2006 hanno predisposto attività formative per il personale il 2,8 per cento delle imprese sotto i 50 dipendenti ma “ben” il 33,8 per cento di quelle di maggiore dimensione.
A condizionare il lavoro IT anche il forte ricorso all’ outsourcing IT , ossia all’utilizzo di risorse esterne specialistiche: solo una impresa su 10 a gennaio 2007 ha dichiarato di utilizzare risorse interne per le proprie esigenze informatiche e tecnologiche, mentre nel corso del 2006 una società su quattro ha fatto ricorso a realtà esterne per le funzioni ICT specialistiche.
Tra le imprese che più ricorrono all’esternalizzazione del lavoro ICT sono banche e assicurazioni , dove questo processo si colloca tra l’80 e il 94 per cento delle imprese totali.