IT-Alert: cos'è e come funziona il sistema nazionale di allarme

IT-Alert: cos'è e come funziona il sistema nazionale di allarme pubblico

IT-Alert sta arrivando in sempre più regioni italiane: vediamo cos'è e come funziona il sistema nazionale di allarme pubblico.
IT-Alert: cos'è e come funziona il sistema nazionale di allarme pubblico
IT-Alert sta arrivando in sempre più regioni italiane: vediamo cos'è e come funziona il sistema nazionale di allarme pubblico.

Un numero sempre maggiore di Paesi in tutto il mondo sta adottando i sistemi di allarme pubblico su smartphone per avvertire la popolazione locale di alcuni pericoli in atto – principalmente relativi a calamità naturali – al fine di dare il via a una urgente evacuazione preventiva, salvando più vite umane possibile. In Giappone e negli Stati Uniti è già attivo da anni ormai e funziona perfettamente in caso di terremoti, inondazioni, tornado o anche sparatorie in certe città.

In Italia per diverso tempo si è pensato a un progetto analogo, che nel 2022 ha visto i primi test verificarsi sull’isola di Vulcano. Una simulazione circoscritta, ma che ha permesso ai tecnici di osservare il corretto funzionamento di IT-Alert. Così si chiama il sistema nazionale di allarme pubblico la cui fase beta è in corso dallo scorso anno, e che più recentemente ha visto un altro test in Toscana.

Vediamo quindi cos’è esattamente e come funziona, per prepararsi al futuro della sicurezza nazionale.

Cos’è IT-Alert?

Già lo abbiamo descritto: IT-Alert è il sistema di allarme pubblico nazionale gestito dalla Protezione Civile, in sperimentazione da tempo e che resterà tale per tutto il 2023. Il suo obiettivo è inviare notifiche tempestive a tutti i cittadini che si trovano in aree geografiche dove è in corso o in arrivo una catastrofe naturale o di altro tipo. Ad esempio, come anticipato, avvertirà la popolazione in caso di terremoti, inondazioni, incidenti nucleari, collassi di dighe, attività vulcanica e maremoti. L’elenco molto probabilmente includerà altre potenziali catastrofi con il passare del tempo, man mano che i test procederanno.

Questo sistema opera tramite cell broadcast ed è basato sullo standard Common Alerting Protocol (CAP), grazie al quale i messaggi di avviso possono essere inviati assieme alla notifica audio associata verso tutti i telefoni accesi e connessi alla rete mobile. Non servono app e non è un SMS: IT-Alert invia notifiche diffuse verso qualsiasi dispositivo collegato a celle telefoniche geograficamente vicine all’area dove si sta manifestando il pericolo.

Di conseguenza, come sta accadendo nei test preliminari, la Protezione Civile potrà inviare un’allerta testuale e sonora mirata non ai singoli smartphone, bensì ad aree provinciali, regionali o persino nazionali in caso di calamità che riguardano l’intero Paese.

IT-Alert

Come si svolgeranno i test

Le prove del 2023 sono iniziate ieri, 28 giugno 2023, con l’attivazione in Toscana. Seguiranno quindi Sardegna il 30 giugno, Sicilia il 5 luglio, Calabria il 7 luglio ed Emilia-Romagna il 10 luglio. Entro la fine dell’anno si terranno prove in tutte le regioni e province autonome italiane, in maniera tale che dal 2024 il servizio possa risultare attivo a regime.

L’utente non dovrà fare nulla per ricevere l’alert: IT-Alert, infatti, funziona automaticamente a patto che il dispositivo sia acceso e connesso alla rete mobile – non a Internet, è sufficiente una SIM attiva all’interno del telefono. Appare come notifica e blocca tutte le funzioni del cellulare in modo tale da costringere il cittadino a leggere il messaggio ed eventualmente rimuoverlo toccando la notifica.

I problemi di IT-Alert: viola la privacy?

La tecnologia cell broadcast, modalità di comunicazione unidirezionale che opera solo con brevi messaggi di testo, ha però due limiti: non funziona senza campo cellulare e non è estremamente precisa geograficamente, specialmente nelle aree rurali dove le antenne scarseggiano. Di conseguenza, come viene illustrato sul sito ufficiale, è possibile che un test in una regione copra anche le regioni limitrofe. Inoltre, il sistema attualmente potrebbe non completare l’invio di messaggi verso tutti i dispositivi.

Al netto di questi problemi puramente tecnici, sui social recentemente è scoppiato il fenomeno #noalert. Diversi cittadini, infatti, temono che IT-Alert tracci la posizione e il movimento del dispositivo in maniera continua e senza l’autorizzazione della popolazione. È davvero così? Assolutamente no: questo sistema – che comunque può essere disattivato sia su Android che su iOS tramite l’interruttore apposito rispettivamente nei menu “Sicurezza e privacy” e “Avvisi di Emergenza” – si attiva esclusivamente nel momento in cui vi sia un’allerta in corso, basandosi sulla rete mobile anche 2G (che non dispone di una potenza sufficiente al trasferimento di dati sulla propria posizione) e senza attivare la geolocalizzazione del dispositivo.

IT-Alert sistema nazionale allarme pubblico smartphone

Come già spiegato, lo standard cell broadcast non permette alle antenne di ricevere informazioni. Al contrario, le può solamente inviare in maniera diffusa, senza raccogliere alcun dato sui dispositivi che ricevono l’avviso. Disattivare IT-Alert, pertanto, equivale a porsi in uno stato di possibile rischio. Supponendo di non avere accesso a Internet, di non seguire i bollettini della Protezione Civile, guardare i telegiornali o anche ascoltare una radio locale, l’unico modo per ricevere avvisi di sicurezza è tramite lo smartphone.

Questo standard rispetta tutte le norme e leggi vigenti non solo in Italia ma anche in Europa. Per di più, anche disattivando IT-Alert le torri cellulari continueranno sempre a rimanere in contatto col dispositivo, “tracciandolo” al fine di mantenere un segnale. Per la stessa logica, anche una SIM usata su un Nokia 3310 sarebbe sufficiente a monitorare gli spostamenti di un cittadino, ma non è questo il caso.

In poche parole, per il proprio bene è meglio tenere IT-Alert attivo e non farsi convincere dai complottisti, poiché in questo modo si metterebbe a repentaglio la propria vita.

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Pubblicato il
30 giu 2023
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