IT, in Italia gode di ottima salute

IT, in Italia gode di ottima salute

Dopo anni di crisi, l'ultimo triennio del settore Information Technology in Italia è stato positivo. Superati i problemi culturali e di reperimento di risorse finanziarie, l'Italia ha ora il suo asso nella manica
Dopo anni di crisi, l'ultimo triennio del settore Information Technology in Italia è stato positivo. Superati i problemi culturali e di reperimento di risorse finanziarie, l'Italia ha ora il suo asso nella manica

L’Information Technology va forte nel nostro Paese. Un interessante studio dal titolo “Il settore IT in Italia” condotto da Anitec-Assinform in collaborazione con Istat e NetConsulting cube mostra quanto elevato sia il valore strategico dell’IT al quale è attribuito il 3,7 per cento del valore aggiunto al PIL. Un settore che, proprio perché ritenuto fondamentale per la crescita, sembra non conoscere crisi: è ben il 60 per cento delle imprese infatti ad essere interessata da processi di innovazione, e il 78 per cento di essere prevede un aumento di fatturato e un’evoluzione dell’offerta che deve fare necessariamente i conti con Cloud, IoT, Industria 4.0, Big Data e Mobile. Un settore animato da 87 mila aziende che offre lavoro a 430 mila addetti .

I margini di miglioramento sono ampi, ma alcune delle principali lacune sono culturali: la scarsa conoscenza del mercato si traduce spesso in una sottovalutazione dei prezzi dei servizi e soluzioni IT. La frammentazione delle aziende rappresenta inoltre un altro fattore di debolezza che rischia di far perdere preziose opportunità. Ma ai primi posti per ostacoli all’innovazione si trovano anche difficoltà di reperimento di risorse finanziarie e anche la difficoltà di attingere figure professionali qualificate dal mercato del lavoro .

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Nonostante questi problemi cronici il settore è in salute, come sottolinea Stefano Pileri, presidente Anitec-Assinform: “Le direzioni strategiche sulle quali il settore evolverà sono chiare: abiliterà e coglierà le opportunità della Trasformazione Digitale in atto in tutte le Imprese; si focalizzerà sulle competenze richieste dalle nuove tecnologie come cloud, analytics e intelligenza artificiale, Internet of Things, applicazioni e comunicazioni in mobilità; Il suo sviluppo sarà ulteriormente accelerato dalle straordinarie iniziative di sistema quali il Piano Strategico Banda Ultra Larga , Il Piano Impresa 4.0 , e, auspicabilmente, dall’accelerazione del Piano Triennale della Pubblica Amministrazione Digitale . Mi aspetto che, in questo scenario, vedremo una sensibile crescita della ricerca e sviluppo e della conseguente capacità innovativa del nostro settore IT”.

Il panorama è effettivamente molto promettente. Analizzando lo stato attuale ci si rende conto che di meriti ed eccellenze ce ne sono veramente tanti. Basta considerare ad esempio che la produttività per addetto è superiore del 40 per cento al resto dell’economia e ancora che le aziende sono giovani (6 su 10 hanno meno di 10 anni), come è giovane, oltre che qualificato, il personale: nella maggior parte dei casi tra i 30 e 49 anni, il possesso di una laurea è un must. La vivacità delle aziende IT si è fatta apprezzare anche nel 2015 quando i primi accenni di ripresa sono stati sufficienti per convincere 11mila nuove aziende ad aprire dando lavoro a 11mila addetti.

Lo spaccato per comparto vede i servizi IT al primo posto (74 per cento delle imprese e 54 per cento degli addetti del settore) seguiti da software (22 per cento delle imprese e 32 per cento degli addetti) e hardware (4 per cento e 13 per cento). A livello geografico invece il Mezzogiorno purtroppo arranca, lasciando la maggior concentrazione a Lombardia (25 per cento) e Lazio (12 per cento), seguite da Veneto, Piemonte ed Emilia Romagna.

Guardando al futuro, le previsioni sul fatturato sono favorevoli . “Per il 2017, il 78 per cento delle realtà IT prevede una crescita: 28 per cento con andamenti stabili o in lieve aumento, 24 per cento con crescite fra il 2,5 e il 5 per cento, e 26 per cento con incrementi superiori al 5 per cento, pur permanendo la vulnerabilità delle aziende più piccole” – si legge nel comunicato stampa. La propensione per l’innovazione o forse più probabilmente la necessità di farvi fronte, lascia intravedere ulteriori margini di crescita. È il software ad aver mostrato i margini di crescita maggiori anche se il maggior numero di addetti si fanno registrare sui servizi di consulenza e gestione, dove effettivamente possiamo dire la nostra anche di fronte ad un mercato dominato dalle grandi multinazionali.

La Digital transformation passa da qui. Toccando ambiti IoT, Industry 4.0, Mobile/App, Big Data/Analytics e soprattutto cloud. Questa tecnologia presente nell’offerta del 57 per cento delle aziende IT entro la fine del 2017 dovrebbe arrivare a rappresentare il 10 per cento dei ricavi del settore. Risultati e obiettivi perseguibili, quelli dell’IT, anche grazie a incentivazioni regionali all’innovazione (27 per cento), al Piano Nazionale Banda Ultralarga (58,2 per cento), e alle iniziative Industria 4.0 (38 per cento). 

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Pubblicato il
5 dic 2017
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