Entro i prossimi mesi, IT-Wallet dovrebbe entrare a far parte dell’app IO. È quanto previsto da un decreto legge approvato e inserito in Gazzetta Ufficiale all’inizio di marzo. Tornerà utile per avere sempre con sé, all’interno dello smartphone, le versioni digitali di documenti come la patente di guida, la tessera sanitaria e la carta europea della disabilità.
IT-Wallet sarà una semplificazione
Dopo settimane accompagnate da un sostanziale silenzio sul tema, è tornato a parlarne Paolo Zangrillo, ministro per la Pubblica amministrazione, in occasione di una lectio magistralis (leggi il testo integrale in PDF) tenuta alla Camera di commercio di Roma, durante un convegno sull’intelligenza artificiale organizzato al Tempio di Adriano dalla SPES Academy (Scuola di Politiche Economiche e Sociali).
Il portafoglio digitale italiano è stato definito una semplificazione importante della vita quotidiana di tutti noi
, in grado di fornire un accesso facile e sicuro a documenti e servizi digitali
. Un’innovazione che va nella direzione di un’unica identità digitale, che sia valida non solo nei confini nazionali, ma anche nel contesto europeo
.
Stando al monitoraggio effettuato da Agenzia per l’Italia Digitale, al momento sono poco meno di 37,7 milioni le credenziali SPID erogate (dato aggiornato al 7 aprile 2024). In 43 milioni circa, invece, sono già in possesso della Carta di Identità Elettronica.
Le innovazioni IA e la Pubblica amministrazione
A proposito delle tecnologie legate all’ambito IA, tema portante del convegno, Zangrillo si è detto convinto che l’introduzione dell’intelligenza artificiale nel mondo del pubblico impiego sarà in grado di produrre un cambiamento significativo nei rapporti con i nostri utenti, cittadini e imprese
.
A tal proposito, ha citato una ricerca condotta di recente da FPA-Digital 360 in collaborazione con Microsoft Italia, secondo la quale circa il 77% dei dipendenti pubblici reputa questo tipo di tecnologia molto utile, soprattutto per ciò che concerne i processi di automatizzazione di procedure e compiti ripetitivi, oltre che per dare assistenza di tipo virtuale fornendo le necessarie informazioni ai cittadini
. Come sempre, la differenza la faranno le modalità di integrazione degli algoritmi nella macchina della PA, per definizione storicamente complessa e poco incline al cambiamento.