Invocato da anni per pianificare gli investimenti, razionalizzare i costi e programmare gli interventi sul territorio, mai concretamente realizzato fino a questo momento: il Ministero dello Sviluppo Economico ha annunciato il via libera per dare vita al Catasto nazionale delle infrastrutture, che permetterà di mappare le risorse a disposizione dello Stivale e di prestarle al servizio dell’accelerazione del piano per lo sviluppo della banda ultralarga.
Da tempo , anche su sollecitazione dell’Europa, in Italia si tenta di far convergere in un unico inventario tutte le risorse che possono prestarsi ad innervare il paese di connettività, ma è solo nel 2014 che è stata impressa la prima accelerazione verso la concretizzazione del piano: con un emendamento incastonato nel cosiddetto Decreto Destinazione Italia, confermato con l’approvazione del decreto Sblocca Italia esattamente un anno fa, si erano gettate le basi perché finalmente pubbliche amministrazioni e soggetti privati facessero convergere in un unico catasto i dati territoriali relativi alle infrastrutture di gas, luce, acqua e telecomunicazioni.
Il MISE, dopo il confronto in sede di Conferenza stato-regioni, ha annunciato che le disposizioni previste dal decreto ministeriale che istituisce il Sistema informativo nazionale federato delle infrastrutture (SINFI) saranno presto messe in atto. Le tempistiche scatteranno dalla pubblicazione del testo: la PA avrà 180 giorni per comunicare i dati in proprio possesso, gli operatori privati avranno un limite di 90 giorni. I dati relativi alle infrastrutture, in formato “di tipo aperto e interoperabile”, convergeranno nel catasto gestito dal Ministero.
“Permetterà di velocizzare lo sviluppo delle reti in fibra ottica a banda ultralarga e risparmiare sui costi di posa della fibra” prospetta il Mise, e il sottosegretario Giacomelli stima una riduzione dei costi “di almeno un terzo”.
In vista della messa in opera del Piano per la Banda Ultralarga delineato nel mese di marzo, come suggerivano i garanti e il governo già da tempo, il registro delle infrastrutture dovrebbe contribuire, oltre che a scongiurare truffe , a una mappatura coerente delle aree coperte e delle aree di intervento così da gestire con più oculatezza i fondi . Ed ad incoraggiare l’ intervento degli operatori , anche dei soggetti come ENEL, il cui piano di collaborazione con le TLC non si è ancora concretizzato .