Italia, arresti per pedoporno su eMule

Italia, arresti per pedoporno su eMule

460 indagati, 3mila indirizzi IP, 6 arresti. Alcuni dei numeri della vasta operazione coordinata dalla Polizia Postale di Genova. Che ha portato al sequestro di più di mille PC
460 indagati, 3mila indirizzi IP, 6 arresti. Alcuni dei numeri della vasta operazione coordinata dalla Polizia Postale di Genova. Che ha portato al sequestro di più di mille PC

Un caso che può essere sinteticamente descritto dai numeri. A partire dalla schiera di 1.400 agenti che hanno lavorato sotto copertura per 3 mesi su tutto il territorio italiano, infiltrandosi nei vasti meandri online della piattaforma dedicata al file sharing eMule .

Uno sforzo coordinato, supervisionato a livello centrale dalla Polizia Postale e delle comunicazioni per la Liguria. Per un’operazione di ampio respiro, in cui i vari agenti impegnati hanno finto di essere interessati ad una grande mole di filmati, tutti condivisi online, tutti a sfondo pedopornografico .

460 sono state le perquisizioni portate a termine, per un totale di 1.200 PC sequestrati , oltre a quasi 2.500 hard disk, a più di 11mila tra CD e DVD e a circa 1.300 chiavette USB. La polizia postale è così entrata in possesso di una vasta gamma di filmati, che hanno coinvolto minori tra gli 8 mesi e i 15 anni.

Video scovati grazie all’analisi di circa 3mila indirizzi IP, in collaborazione con i gestori del provider Fastweb. Sei persone sono state così arrestate , tra Campania, Lazio, Lombardia ed Emilia Romagna. Gli indagati sono 460 , tutti sospettati di aver condiviso i filmati su eMule. Di questi il 60 per cento è composto da lavoratori dipendenti, seguiti da un 24 per cento di liberi professionisti e da un 8 per cento di pensionati.

“Se c’erano dieci persone che scaricavano – ha spiegato il PM della procura di Genova Piercarlo Di Gennaro – altre quaranta erano in coda in attesa del loro turno. Sapevano cosa stavano facendo perché i titoli spiegavano bene che si trattava di film con minori. Abbiamo sorpreso i soggetti mentre erano collegati e facevano confluire nei loro PC diversi filmati”.

Mauro Vecchio

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Pubblicato il
31 mag 2010
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