Se a fine dicembre il 94% degli accessi alla rete fissa era su doppino in rame, a distanza di quattro anni sono scesi al 58%: 7,5 milioni di accessi in rame in meno. Il dato è frutto di una semplice traslazione evolutiva che, a fronte di una perdita di 7,5 milioni di accessi ADSL, si registra un aumento di tecnologie quali FTTC (+5,9 milioni), FTTH (+0,54 milioni) ed FWA (+0,7 milioni).
Dall’era dell’ADSL all’era della fibra
Insomma: gli anni che stiamo vivendo passeranno alla storia della tecnologia italiana come gli anni del grande passaggio dal rame alla fibra, con un trend ormai non più controvertibile. Ciò non significa nel modo più assoluto che il problema del digital divide sia risolto (anzi, in alcuni casi sarà esacerbato), tuttavia significa portare l’Italia poco alla volta verso quelli che sono standard europei che consentono di accedere ad un grande numero di servizi, contenuti e informazioni online. Gli anni che stiamo vivendo sono quelli degli scavi e delle infrastrutture, degli allacciamenti e della grande migrazione. Anni fotografati dai numeri: secondo i dati forniti dal rapporto AGCOM sulle linee di connettività (2014-2018) “le linee con velocità inferiore ai 10 Mbit/s, infatti, rappresentano a dicembre 2018 meno del 25% delle linee broadband e ultrabroadband, rispetto al 75% del dicembre 2014“. Le linee con velocità maggiore a 30Mbit/s passano invece dal 3,7 al 45%, alzando la media complessiva verso una situazione che ad oggi ha ancora ampi margini di miglioramento.
Fronte mobile
Sul fronte della connettività mobile nel periodo preso in considerazione si è registrato un forte aumento delle SIM in circolazione, dinamica che è frutto di due tendenze opposte: da una parte si registra un aumento delle SIM di tipo “M2M” (+4,8 milioni di unità), mentre quelle tradizionali (“voce” e “voce+dati”) sono diminuite di 1,3 milioni.
La connettività su mobile è in fortissimo aumento, così esplicato dal report AGCOM: “nell’ultimo trimestre dell’anno 2018 poco meno del 70% delle linee “human” ha effettuato traffico dati, con un consumo medio unitario di dati stimabile in 4,27 GB/mese in crescita del 55,6% rispetto a dicembre 2017“.
Trattasi di dati di grande importanza sotto molti punti di vista. Occorre infatti ricordare come l’era del 5G sia ormai alle porte, cosa che potrebbe alzare ulteriormente l’asticella fino a determinare un ulteriore boost tanto nelle velocità di connessione, quanto nella quantità di traffico consumato. Inoltre fenomeni quali lo streaming di Netflix e Spotify, il cloud gaming di Stadia e altro ancora non potranno che alimentare ulteriormente la “fame” di connettività, instaurando quel ciclo virtuoso che da anni si attendeva per determinare la reale copertura globale del territorio e della popolazione.
Italiani online
Sulla base dei dati raccolti, a fine 2018 risultavano connessi 42,5 milioni di italiani in media ogni singolo giorno, per un totale di 75 ore di navigazione mensile a persona (qualcosa come 2 ore al giorno, cifra che incide pertanto in modo sempre più significativo su dinamiche sociali, abitudini di consumo, equilibri nell’informazione e molto altro ancora). Facebook sfiora in Italia i 35 milioni di utenti, seguito da Instagram e LinkedIn, mentre Instagram, Tumblr e Snapchat sono i preferiti tra i più giovani.
Un dato curioso, quantomeno in relazione alla analisi – spesso oltremodo semplicistiche – che si fanno sui fenomeni legati ai social media, è legato al fatto che “tutti i social network sono seguiti in modo più intenso, rispetto alla media, da un pubblico dotato da almeno un titolo di studio di scuola media superiore“.