Il nostro paese è pronto a investire 4 miliardi di euro, da qui al 2030, per sostenere la produzione di chip all’interno del territorio nazionale e più in generale lo sviluppo di tecnologie innovative. La cifra è svelata oggi dalla redazione di Reuters, che afferma di esserne venuta a conoscenza dopo aver consultato la bozza di un decreto ancora in fase di stesura.
Mentre si attendono conferme ufficiali, non si possono che richiamare alla mente le voci di corridoio circolate nei mesi scorsi a proposito di una fitta discussione intavolata dal governo con i vertici di Intel, per la realizzazione di un impianto sul territorio. Più nel dettaglio, stando alle informazioni emerse, dovrebbe trattarsi di un sito da destinare alle fasi di test e assemblaggio. L’area potrebbe essere già stata individuata in Sicilia.
Italia, patria dei chip: dal decreto a Intel
Il rumor di oggi chiama in causa anche l’italo-francese STMicroelectronics, la taiwanese MEMC Electronic Materials e l’israeliana Tower Semiconductor. Quest’ultima è stata protagonista nelle scorse settimane di un’acquisizione annunciata proprio da Intel, a fronte di un investimento economico quantificato in 5,4 miliardi di dollari. Il tutto nel contesto di una crisi dei chip che continua a far sentire la sua morsa.
Previsto inoltre lo stanziamento di ulteriori risorse a supporto dell’economia e per tenere sotto controllo il cosiddetto caro bollette che sta già impattando in modo importante sulle tasche di famiglie e imprese. Il governo si prepara a mettere a disposizione 150 milioni di euro già nel 2022, poi 500 milioni di euro ogni anno dal 2023 al 2030.
Tra le finalità dichiarate, anche quella di promuovere ricerca e sviluppo di tecnologie per i microprocessori
oltre agli investimenti per nuove applicazioni industriali delle tecnologie innovative
. Una parte dei fondi dovrebbe essere destinata alla riconversione di siti esistenti. Come scritto, quanto riportato in questo articolo è frutto di indiscrezioni al momento non confermate (né smentite) da fonti ufficiali.