La transizione al cloud prosegue spedita, nel pubblico così come nel privato, continuando a beneficiare della forte adozione registrata lo scorso anno per ragioni legate alla crisi sanitaria. Un’ennesima conferma giunge con la pubblicazione dei nuovi dati dell’Osservatorio Cloud Transformation della School of Management del Politecnico di Milano, che certificano la forte crescita del mercato e anticipano uno storico sorpasso sull’on-premise per quanto concerne la gestione del parco applicativo.
L’Italia è un Paese sempre più cloud
Il trend è spinto anzitutto dalla prospettiva di beneficiare delle opportunità legate a scalabilità, flessibilità e portabilità, ma porta con sé l’inevitabile necessità di dover disporre di nuove competenze. A tal proposito, le imprese stanno coniugando la presenza di personale interno alla collaborazione con partner di filiera. Queste le stime dell’Osservatorio in merito al 2021:
- il mercato italiano del cloud nel 2021 vale 3,84 miliardi di euro (+16% rispetto al 2020);
- il Public & Hybrid Cloud si conferma la componente principale con una spesa di 2,39 miliardi (+19% sul 2020);
- il Virtual & Hosted Private Cloud raggiunge gli 814 milioni di euro (+11%);
- la Data Center Automation cresce fino a un totale pari a 631 milioni di euro (+8%);
- i servizi Platform as a Service registrano la miglior dinamica (+31%, raggiungendo i 390 milioni di euro), mentre quelli Software as a Service rimangono i più rilevanti a valore (1,1 miliardi di euro), ma rallentano però la propria crescita dopo il boom legato all’emergenza sanitaria del 2020.
Chiudiamo con il commento ricevuto in redazione di Fabrizio Garrone, Enterprise Solution Director di Aruba Enterprise, a sottolineare l’impostante spinta fornita al settore dalle novità introdotte con il PNRR.
Ciò che colpisce maggiormente è il ruolo che il cloud sta ricoprendo non solo all’interno del settore ICT, ma per il Sistema-Paese in toto. Nel corso dell’ultimo anno, infatti, il cloud ha assunto un’enorme notorietà, diventando di fatto un tema “comune”, anche grazie alla centralità all’interno del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, e generato un interesse pan-europeo con la nascita di Gaia-X, il progetto promosso con l’obiettivo di creare un’infrastruttura europea federata dei dati e rafforzare la sovranità digitale.