L’Italia sta cercando di intervenire contro il bullismo ed il cyberbullismo con delle leggi ad hoc e nuovi fondi.
Per il momento si parte dalle “Linee guida” in materia elaborate da un gruppo di esperti del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, insieme a circa 30 Enti e Associazioni aderenti all’ Advistory Board dell’iniziativa Safer Internet Centre ed inviate a tutte le scuole: sono rivolte a tutti gli attori coinvolti (docenti, famiglie e studenti).
Esse prevedono la realizzazione nelle scuole di “interventi mirati alla prevenzione del bullismo e del cyberbullismo, ad offrire lezioni di web sicuro all’interno di specifici moduli didattici da inserire nel piano dell’offerta formativa e ad aggiornare il regolamento scolastico con una sezione dedicata all’uso degli smartphone e dei pc”. Inoltre, tra le azioni che saranno messe in campo, c’è anche la “formazione degli insegnanti con approfondimenti sia sul piano psico-pedagogico e sia sulle nuove tecnologie”.
Per farlo, tale strumento dispone di un portafoglio di due milioni di euro che – ha sostenuto il Ministro Stefania Giannini – “permetterà di fare passi avanti”. Il tutto, in coordinato con il progetto #LaBuonaScuola che prevede lo “sviluppo delle competenze digitali degli studenti, con particolare riguardo al pensiero computazionale, all’utilizzo critico e consapevole dei social network e dei media”.
In quanto “Linee guida” si tratta di strumenti di soft law, il cui rispetto è demandato interamente alla volontà politica delle parti, e che si limitano ad indicare la strada da seguire ed il cui primo passo è rappresentato idealmente dalla prima bozza di “Codice di Autoregolamentazione per la prevenzione ed il contrasto del cyberbullismo”, suggerito all’inizio dell’anno scorso agli operatori della Rete.
Rappresentano, inoltre, il punto di partenza dei lavori preparatori dei diversi progetti di legge sull’argomento. In Senato, in particolare, si sta discutendo la proposta “Disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione e il contrasto del fenomeno del cyberbullismo”, depositata nel 2014: prevede che chi detenga la responsabilità sulla vittima minorenne di atti di cyberbullismo possa “inoltrare al titolare del trattamento, una istanza per l’oscuramento, la rimozione o il blocco di qualsiasi altro dato personale del minore”. Il cyberbullismo, nel testo della proposta, viene definito come “qualunque forma di pressione, aggressione, molestia, ricatto, ingiuria, denigrazione, diffamazione e si intende altresì qualunque forma di furto d’identità, alterazione, acquisizione illecita, manipolazione, trattamento illecito di dati personali in danno di minorenni, realizzata per via telematica”.
Claudio Tamburrino