Italia e banda ultralarga, accordo Stato-Regioni

Italia e banda ultralarga, accordo Stato-Regioni

Approvata l'intesa per la gestione dei 3 miliardi di euro destinati alla realizzazione dell'infrastruttura nelle zone soggette a digital divide
Approvata l'intesa per la gestione dei 3 miliardi di euro destinati alla realizzazione dell'infrastruttura nelle zone soggette a digital divide

Continua il percorso italiano di sviluppo delle reti di nuova generazione con l’obiettivo di mettere a disposizione di almeno il 50 per cento della popolazione entro il 2020 servizi di connessione a più di 100 Mbps e di portare il 100 per cento della popolazione ad almeno 30 Mbps: da ultimo è stata raggiunta l’intesa Stato-regioni per la gestione dei 3 miliardi di euro messi a disposizione per tali obiettivi.

Se i dati Agcom individuavano segnali di un trend positivo nella prima metà del 2015, con un aumento dei fornitori di servizio e della diffusione degli accessi al broadband fisso in modalità Fttc/Ftth, la situazione nelle aree a fallimento di mercato rimane legata alla programmazione ed agli incentivi del Governo: il piano è quello ufficializzato lo scorso agosto dalla Presidenza del Consiglio a seguito dell’approvazione da parte del CIPE del relativo programma operativo.

fondi

La nuova fase è stata annunciata ufficialmente dal governo ed anticipata via tweet dal portavoce del sottosegretario allo Sviluppo economico Antonello Giacomelli.

L’accordo riguarda 1,6 miliardi del fondo di sviluppo e coesione, 1,18 miliardi dei Fondi per le aree svantaggiate e 233 milioni a valere sui piani nazionali operativi : i fondi assegnati dal CIPE ad agosto 2015 (i 1,6 miliardi) verranno utilizzati “secondo una ripartizione territoriale che tiene conto del fabbisogno stimato per gli interventi pubblici nelle aree bianche dei Cluster C e D” e “tenendo conto delle altre risorse disponibili per il finanziamento del piano Banda Ultra in ciascuna Regione”, ha spiegato il MiSE in una nota, mentre gli interventi diretti del Governo saranno affidati a Infratel, la società in-house del MiSe.

Si tratta di cifre in parte inferiori a quelle preannunciate ad agosto, ma che sono giustificate da Giacomelli come una scelta oculata. Afferma infatti che “l’ampliamento dei piani di investimento degli operatori di telecomunicazioni nelle aree bianche a fallimento di mercato ha comportato una revisione al ribasso delle stime di spesa del governo: dei 2,2 miliardi stanziati dal Cipe ne verranno impiegati solo 1,6, con una minore spesa per 600 milioni. Anche le Regioni avranno una minor impegno per 400 milioni”.

Il piano, ora, dovrà essere notificato all’Unione Europea e nei prossimi 4 mesi dovranno essere preparati i bandi: si tratta in effetti di tempi strettissimi rispetto al ciclo di programmazione europea per la gestione dei fondi struttura e che – come già successo in passato – rischia di far rimanere non approvati e quindi non utilizzati parte dei fondi stanziati dall’Europa.

Claudio Tamburrino

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Pubblicato il
12 feb 2016
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