L’Italia intende investire pesantemente sull’economia circolare. I motivi sono da ricercarsi su più fronti, tutti convergenti nella direzione di uno sforzo necessario in questa direzione. Economia circolare, infatti, significa sostenibilità, significa risparmio, significa riuso, significa l’instaurarsi di nuovi modelli economici ed imprenditoriali da cui nascono opportunità.
L’Economia Circolare è un nuovo modo di pensare all’ecologia, di segno opposto rispetto a quanto avvenuto per troppi decenni nel nostro paese: l’esperienza insegna come la ricerca di un equilibrio migliore nella produzione e nei consumi non significa necessariamente un compromesso al ribasso per gli attori dell’economia, anzi. L’economia circolare, insomma, può essere una importante opportunità che, in un paese scarno di materie prime come il nostro, con le ricchezze paesaggistiche che ha il nostro, e con lo scarso pedigree ambientale che troppe generazioni hanno dimostrato, si tratta di una scelta obbligata dai grandi benefici potenziali. E nel giro di poche settimane due passi importanti sono già stati mossi:
In entrambi i casi alla base dell’iniziativa v’è la ricerca: l’economia circolare è oggi più che altro un sogno, che per diventare realtà dovrà essere profondamente supportato da studi scientifici ed economici che sappiano integrare pragmaticamente nuove politiche e nuove tecnologie alla ricerca di sinergie ad alto impatto. L’economia circolare può essere uno di quegli ambiti sui quali scommettere sapendo di avere alti moltiplicatori in cambio, a tutto beneficio del PIL? Si, può esserlo.
ENEA+ENI
L’idea è quello di mettere a fattor comune i capitali e le competenze di due grandi asset statali quali ENEA ed ENI per sviluppare progetti in tema di energie alternative e tutela ambientale. In questi ambiti, infatti, si farà la differenza negli anni a venire tanto dal punto di vista della sostenibilità ambientale, quanto in termini di impresa: è qui che il cerchio si chiude e nasce il memorandum di intesa firmato da Federico Testa per l’ENEA e Claudio Descalzi per Eni.
La collaborazione tra l'”Agenzia Nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile” ed il cane a sei zampe punta alla finalizzazione di iniziative congiunte ad oggi ancora non delineate, ma il cui perimetro è già stato tracciato fin dalla prima stretta di mano. Nello specifico:
economia circolare e nuovi modelli economici sostenibili; produzione di energia a basse o nulle emissioni di gas serra (tra cui solare a concentrazione, fotovoltaico e biomasse); tecnologie di stoccaggio dell’energia; efficienza energetica; digitalizzazione; monitoraggio e protezione ambientale, con particolare riferimento ai mutamenti climatici.
L’obiettivo dell’ENEA è il conseguimento di ulteriori passi sulla strada della decarbonizzazione dell’impresa, poiché questo percorso è lastricato di opportunità: le ricadute positive sono previste tanto in termini ecologici, quanto in nuova occupazione. L’idea è dunque quella di “sviluppare una forte sinergia tra le specificità dell’ENEA, come le competenze tecnico-scientifiche e il ruolo di trasferimento tecnologico alle imprese, e l’impegno di Eni verso l’energia e l’ambiente, temi per noi strategici”. La risposta di Descalzi è in piena assonanza: “Con ENEA abbiamo diversi obiettivi in comune in termini di ricerca e innovazione, e questa collaborazione ci consentirà di approfondire anche tematiche legate all’ambiente e alla digitalizzazione, con potenziali impatti significativi sul sistema Paese”.
Circular Economy Network
Attraverso una progettazione innovativa dei materiali e dei prodotti, e una massimizzazione del riutilizzo e del riciclo, l’economia circolare sostituisce al concetto di rifiuto quello di risorsa.
Nato dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile e supportato fin da subito da importanti realtà aziendali, il Circular Economy Network è un gruppo di lavoro che intende vagliare le ipotesi più concrete in tema di economia circolare, per coadiuvarne la progettazione e la susseguente messa a terra. Il network vuole quindi fungere da elemento facilitante, promuovendo studi e startup virtuosi, definendo gli indicatori chiave che consentiranno di finalizzare gli obiettivi, monitorando le principali criticità alla ricerca di soluzioni, nonché valorizzando le best practice da standardizzare a livello di conoscenza, di legge e di impresa.
Il network è stato dato alla luce attraverso un sito web che ne raccoglie le principali novità, a partire da un apposito premio pensato per tutte le startup italiane “che sviluppano progetti e attività ispirate ai principi dell’economia circolare”. Ogni anno, inoltre, sarà prodotto un rapporto sull’economia circolare in Italia, così da fotografarne annualmente l’incedere e delineare un orizzonte possibile per tutte le iniziative messe in campo.