Roma – E’ l’informatica il comparto ICT italiano che più preoccupa Assinform , l’associazione delle imprese del settore, secondo cui nel 2004 l’informatica è scesa ulteriormente dello 0,4% a fronte di una crescita media europea del 2,4%. Una situazione pesante se si considera che l’informatica, essenziale per lo sviluppo, interessa meno proprio quelle piccole aziende che costituiscono l’ossatura del sistema economico italiano.
Alla presentazione del Rapporto Annuale sull’Informatica, le Telecomunicazioni e i Contenuti Multimediali , l’Associazione ha spiegato che per il 2005 le prospettive di sviluppo sono affidate in particolare alla telefonia mobile. Le telecomunicazioni, ovvero “apparati, terminali e servizi per reti fisse e mobili” nel 2004 hanno generato un business di 41.860 milioni, in aumento del 2,4% sul 2003, contro una crescita europea del 4%, mentre nei primi tre mesi del 2005 sale del 3,7%, grazie soprattutto al traino della telefonia mobile (+ 13,8%),
“Stiamo accumulando ritardi non irrimediabili, ma preoccupanti – ha dichiarato il Presidente di Assinform, Pierfilippo Roggero – Abbiamo una spesa ICT pro-capite di 1.064 euro, contro una media europea di 1.487 e una americana di 2.240. Sono evidenze che non possono essere ridotte a questioni di settore. I paesi che più investono in ICT, innovando processi e servizi, sono anche quelli più competitivi e in crescita”.
Tre le proposte di Assinform “per stimolare e orientare all’innovazione di sistema”:
– sul fronte delle politiche per lo sviluppo, di guardare in modo nuovo ai progetti strategici per il made in Italy e per la competitività del sistema ? turismo, logistica/trasporti, sanità, tessile, ecc. – stimolando l’utilizzo delle tecnologie ICT per innovare i processi aziendali e di filiera;
– sul fronte della Pubblica Amministrazione, di ridare impulso all’ammodernamento dei processi e dei servizi attraverso l’ICT. Non solo dando continuità ai piani di e-government, ma anche incentivando il project financing, attraverso iniziative miste pubblico-privato per l’erogazione di nuovi servizi in rete ai cittadini, ai contribuenti e alle imprese;
– sul fronte della politica industriale per il settore ICT, di stimolare la collaborazione tra aziende al fine di: promuovere attività di sviluppo su più ampia scala, realizzare soluzioni di punta ed esportabili, incoraggiando i gruppi esteri del settore, più radicati in Italia, a rimanere.