Italia, intercettazioni a rischio

Italia, intercettazioni a rischio

Non si tratta di una improvvisa presa di coscienza, ma di debiti non pagati
Non si tratta di una improvvisa presa di coscienza, ma di debiti non pagati

Se entro il primo dicembre la Banca d’Italia non tirerà fuori 161 milioni di euro, una parte consistente delle intercettazioni telefoniche ed ambientali che si eseguono in Italia subirà uno stop.

Lo hanno scritto in una lettera al ministro della Giustizia tre delle principali aziende impegnate nel settore, realtà come Area, SIO e Research Control Center che gestiscono una porzione consistente delle intercettazioni eseguite dalle procure italiane.

Il problema, annoso in mezzo mondo , è quello dei costi delle operazioni. Ogni intercettazione rappresenta un onere non secondario e la loro quantità non fa che aumentare.

Se l’Italia si colloca tra i paesi occidentali che eseguono un alto numero di intercettazioni, non è tra quelli che pagano puntualmente, tanto che il debito è andato “consolidandosi” nel tempo, quasi due anni, costringendo le tre società a quello che suona come una sorta di ultimatum.

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Pubblicato il
30 ott 2008
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