Quando si parla di spyware viene subito in mente Pegasus dell’azienda israeliana NSO Group. In realtà, come confermato da diversi ricercatori di sicurezza, tra i leader mondiali c’è l’Italia. Uno dei tool più popolari è Hermit di RCS Labs, usato in Kazakistan per spiare i cittadini, ma sono disponibili altri spyware economici.
Sei venditori di spyware in Italia
Oltre che in Kazakistan, Hermit è stato usato anche in Italia e Siria. In base ai documenti pubblicati da Wikileaks nel 2015, RCS Labs ha collaborato con agenzie di intelligence e militari in Pakistan, Cile, Mongolia, Bangladesh, Myanmar, Vietnam e Turkmenistan. Secondo esperti e ricercatori di sicurezza, in Italia ci sono almeno sei aziende che vendono spyware.
Fabio Pietrosanti, presidente di Hermes Center for Transparency and Digital Human Rights, afferma che gli spyware sono più usati in Italia che nel resto d’Europa perché i prezzi sono più bassi. Secondo un report di Atlantic Council, l’Italia è uno dei tre hub mondiali di spyware, insieme a Israele e India.
RCS Labs è stata la prima azienda ad entrare nel mercato nel 1992. Un altro nome noto è Hacking Team (oggi Memento Labs), fondata nel 2003. Nessuna di esse è stata sanzionata o inserita nella blacklist degli Stati Uniti (come NSO Group) perché i loro tool non sono stati usati contro i cittadini statunitensi.
Gli spyware italiani non possono essere installati senza interazione dell’utente (zero-click), ma offrono funzionalità simili a quelle di Pegasus. Grazie al prezzo accessibile sono utilizzati dalle forze dell’ordine per le intercettazioni, dopo aver ottenuto l’autorizzazione da un giudice.
L’assenza di controlli rigorosi sulle esportazioni ha permesso alle aziende italiane di vendere gli spyware a paesi stranieri che li utilizzano come tool per la sorveglianza di massa. L’Italia è quindi diventato uno dei paesi leader del settore.