Italia, marcia a vista per Street View

Italia, marcia a vista per Street View

Il Garante accetta di aggiustare alcune delle regole fissate per la mappatura al fine di agevolare i trekker che immortaleranno parchi e musei. Resta l'obbligo di rispettare la privacy dei passanti
Il Garante accetta di aggiustare alcune delle regole fissate per la mappatura al fine di agevolare i trekker che immortaleranno parchi e musei. Resta l'obbligo di rispettare la privacy dei passanti

Nel momento in cui Street View ha cominciato a scrutare nei musei e nei siti archeologici, a percorrere i parchi naturali e a immortalare le spiagge, il Garante della Privacy italiano non ha mancato di ammonire Google: l’occhio del servizio di mappatura dovrà sempre essere evidente, la sua presenza dovrà essere segnalata con anticipo, così da garantire al cittadino la possibilità di sfuggirgli.

Il provvedimento dell’authority italiana, che dal 2010 ha seguito con apprensione l’addentrarsi di Street View nella rete stradale del Bel Paese e che nei mesi scorsi ha sanzionato Google per essersi resa poco riconoscibile nelle proprie operazioni di mappatura, segue l’annuncio con cui Google ha informato di voler procedere, anche in Italia, con “Special Collects”, vale a dire la “raccolta immagini in luoghi unici e remoti, inclusi quelli con particolare valore naturalistico, storico e turistico” per restituire uno sguardo a tutto tondo sulle meraviglie del mondo. Mountain View, nel mese di settembre, aveva chiarito al Garante la specificità della mappatura, operata “a piedi, per il tramite di speciali apparecchiature montate su uno zaino (cd. trekker ), ovvero anche, a seconda della tipologia dei luoghi, “attraverso un’imbarcazione o un treno” e aveva assicurato di voler procedere con la massima cautela, nel rispetto dei diritti dei cittadini.

Per questo motivo Mountain View si è impegnata a procedere alla raccolta delle immagini in orari in cui gli ambienti immortalati siano chiusi al pubblico e, in caso di spazi aperti come spiagge, parchi, aree archeologiche e sentieri, “nei momenti in cui è meno probabile incontrare passanti”. Poiché è impossibile escludere di immortalare fortuitamente qualcuno, Google ha rassicurato l’authority riguardo ai rodati meccanismi di offuscamento di volti, dettagli della abitazioni e targhe automobilistiche e riguardo alla possibilità di chiedere rimozioni e offuscamenti ancora più mirati.

Google ha però chiesto al Garante di essere sollevata dall’obbligo di comunicare le operazioni di mappatura con anticipo a mezzo radio e giornali, anche in virtù dell'”interesse pubblico a promuovere e proteggere territori (…) e luoghi che siano speciali ed unici”: comunicare con anticipo il passaggio delle telecamere del servizio potrebbe innescare una reazione opposta, con concentrazioni di curiosi in aree che non sanno ospitare affollamenti.

L’authority italiana ha accolto le richieste e gli impegni di Mountain View e ha disposto che Google proceda alla sola pubblicazione delle comunicazioni sui propri siti e sulla pagina di riferimento nei tre giorni che precedono la raccolta delle immagini, e sui siti, nelle newsletter e sulle pubblicazioni degli enti e delle istituzioni che gestiscono le strutture e gli spazi che Google si appresta a mappare.
Google dovrà garantire visibilità ai propri trekker e a chi li manovra anche in occasione delle operazioni di mappatura, con segnalazioni e avvisi, con “adesivi, cartelli o altri segni distintivi ben visibili” apposti sulle attrezzature e sull’abbigliamento degli addetti al lavori: il Garante prescrive “indichino, in modo inequivocabile, che si stanno acquisendo immagini fotografiche istantanee oggetto di pubblicazione online mediante il servizio Google Special Collects nell’ambito di Street View destinate alla pubblicazione su Google Maps”.

Gaia Bottà

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Pubblicato il
30 dic 2014
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