Sono numeri imponenti quelli emersi in una delle più massicce operazioni mai condotte in Italia per violazione dei diritti connessi al diritto d’autore , quei diritti che vanno riconosciuti ai fonografici per la riproduzione di musica in pubblico. Il Comando provinciale della Guardia di Finanza di Venezia ha infatti coordinato un’operazione su tutto il territorio nazionale che ha portato al sequestro di circa 2,5 milioni di file musicali pirata .
Nel mirino, in particolare, centri commerciali di tutto il paese, oggetto delle indagini degli agenti di 17 diverse procure, che in molti casi trasmettevano senza averne acquisito il diritto sottofondi musicali nei propri locali. Una pratica diffusa pressoché ovunque in questo genere di esercizi, ma che richiede specifici accordi con SCF – Società Consortile Fonografici che gestisce questo genere di diritto.
Quel che desta ulteriore interesse, da cui il nome dell’operazione delle Fiamme Gialle, Jingle Machine , è il fatto che molte delle società interessate dalle ispezioni si servivano di uno specifico sistema informatico, un personal computer già carico di musica illegale . Questo PC veniva venduto da una società romana ormai sotto indagine da circa un anno e consentiva di aggiornare periodicamente il “catalogo” a disposizione. Si trattava di un vero e proprio servizio di update che avveniva attraverso la consegna ai “clienti” di CD masterizzati o la trasmissione via Internet delle ultime uscite.
Gli agenti della polizia tributaria nel corso di 200 perquisizioni hanno sequestrato 524 hard disk carichi di musica illegale e centinaia di CD masterizzati e hanno proceduto alla denuncia di 30 persone , responsabili delle società coinvolte.
L’operazione ricorda da vicino una precedente indagine delle Fiamme Gialle di Modena che aveva portato alla luce un sistema di distribuzione informatico di musica pirata che interessava numerosissimi centri commerciali italiani.
Come in quel caso, anche per Jingle Machine i finanzieri hanno lavorato assieme agli esperti di FPM – Federazione contro la pirateria musicale , che ha applaudito all’iniziativa. “L’evasione dei diritti connessi – spiegano gli uomini di FPM – spesso accompagnata dallo scaricamento illegale dei brani da Internet, è un fenomeno in forte crescita negli ultimi anni, che genera perdite di milioni di euro per i produttori e forte evasione fiscale. Le società coinvolte nelle ispezioni della Guardia di Finanza, rischiano ora pesanti condanne penali e significative sanzioni amministrative”.
Va detto che SCF ha già stretto nel recente passato numerosi accordi di categoria per la riproduzione di musica in negozi di moda , librerie e persino parrocchie .