Italia? Paese del broad band

Italia? Paese del broad band

Così almeno ne parlano quelli dell'Osservatorio sulla Banda Larga promosso dal Dipartimento all'Innovazione. I numeri del successo tricolore secondo Stanca&Co.
Così almeno ne parlano quelli dell'Osservatorio sulla Banda Larga promosso dal Dipartimento all'Innovazione. I numeri del successo tricolore secondo Stanca&Co.


Roma – Nel leggere l’ultimo bollettino governativo dell’avanzata della banda larga, e nello studiare le allegate tabelle, non si incappa soltanto in una serie di informazioni utili ma anche in quella che qualche lingua maliziosa potrebbe chiamare omissione. Si analizza il mercato del broad band nostrano ma non si dice quante ADSL oggi attive non sono flat.

Eppure, in pieno 2005 dovrebbe ormai essere chiaro a tutti che l’accesso con una ADSL a consumo è cosa ben diversa da una flat ADSL: significa un’utenza assai meno interessata all’always-on, con conseguenze a cascata sul reale utilizzo delle nuove tecnologie, sull’interesse maturato per i nuovi strumenti di comunicazione o i contenuti che stanno a cuore al governo e via dicendo. Nella stessa nota si afferma che l’always-on è un elemento strategico, ma non si parla di percentuali di always-on sul totale.

Detto questo, i dati forniti parlano di 5,6 milioni di utenze broad band , ovvero un quinto delle famiglie, il 37 per cento delle imprese e il 61 per cento degli uffici della pubblica amministrazione. Non solo: nei prossimi dodici mesi il Dipartimento all’Innovazione si aspetta 1,5 milioni di nuovi accessi.

In una nota si legge come “le famiglie a banda larga si collegano in rete il doppio di quelle a banda stretta, rimangono in rete il triplo del tempo ed effettuano il doppio degli acquisti” e come la banda larga abbia “favorito lo sviluppo della presenza in rete delle imprese italiane e oggi il oltre il 60% delle aziende con 3 o più addetti dispone di un proprio sito (la percentuale sale al 72% se ci si limita alle imprese broadband) e il 17% di queste vende on-line (20% per le imprese broadband)”.

Altre informazioni sono relative alla copertura della popolazione , come viene definita la disponibilità dei servizi broad band: tra il dicembre 2003 e il dicembre 2004 i “non coperti” sono scesi dal 25 al 14 per cento della popolazione. Per essere più precisi, quel 14 per cento viene definito come residente nella “zona rossa”, ovvero dove si impone una “monotecnologia” e dove si verifica una “competizione limitata”. In contrasto dunque con le più fortunate “zona gialla” e “zona verde”.

I dati forniti dal Dipartimento, provenienti dall’ Osservatorio Banda Larga operativo dal 2002 e realizzato in collaborazione con Between , vengono considerati dal ministro all’Innovazione Lucio Stanca l’emblema di un successo. “I risultati – ha dichiarato – testimoniano una storia di successo”, dati che “non solo confermano l’importanza di un fenomeno, che rappresenta un caso emblematico di sviluppo della innovazione digitale in Italia e che ci posiziona ai primi posti in Europa per quanto concerne la crescita; ma dimostrano anche la puntuale attuazione del Piano di espansione di questa così importante infrastruttura immateriale, che il Governo aveva definito sin dall’inizio della legislatura”.

Stanca ha anche parlato dei “vari interventi” compiuti e voluti dal Governo, “quali il sostegno alla domanda privata, il ruolo strategico della domanda pubblica, le misure particolari per le zone geografiche remote e del Mezzogiorno in generale, e la cui realizzazione da un lato ha contribuito a questi risultati certamente positivi e, dall’altro, costituisce la premessa per le attività future”.

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Pubblicato il
19 lug 2005
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