L’Italia ha firmato un accordo con gli USA per definire una transizione morbida e mutuamente vantaggiosa per guidare il percorso verso il Quadro Inclusivo OSCE/G20 che sarà attuato a partire dal 2023. In ballo v’è l’approccio alle tassazioni internazionali concordate, con la necessità di definire quale regima possa ben sposare questi anni di interregno tra gli screzi del passato e le strette di mano del futuro.
Firmato l’interim verso la Minimum Tax
Al centro della vertenza vi sono in modo particolare le imposte sui servizi digitali (“Digital Services Taxes”). L’Italia giunge alla firma con gli USA in compagnia di Austria, Francia, Spagna e Regno Unito, sancendo così una via preferenziale di avvicinamento alla cosiddetta Minimum Tax già controfirmata a inizio ottobre.
Spiega il Ministero dell’Economia e delle Finanze:
A sostegno di tale accordo, Austria, Francia, Italia, Spagna, Regno Unito e Stati Uniti hanno annunciato oggi i termini di un accordo transitorio per il passaggio dalle attuali imposte sui servizi digitali alla nuova soluzione multilaterale e si sono impegnati a proseguire le discussioni su questo argomento attraverso un dialogo costruttivo. Questo compromesso rappresenta una soluzione pragmatica che aiuta a garantire che i Paesi citati possano concentrare i loro sforzi collettivi sulla riuscita attuazione dello storico accordo del Quadro Inclusivo OCSE/G20 su un nuovo regime fiscale multilaterale e consente la cessazione delle misure commerciali adottate in risposta alle imposte sui servizi digitali.
La dichiarazione congiunta dei Paesi firmatari è qui: definisce tempi e modi dell’interim relativo agli accordi dell’8 ottobre scorso, indica le richieste che le parti avevano messo sul piatto e sancisce l’avvenuto accordo di compromesso che porterà ad un mutuo vantaggio tra le parti. I firmatari europei concedono pertanto immediati vantaggi in seno al nuovo accordo transitorio (per mezzo di un credito fiscale meglio definito all’interno del testo) e per contro gli Stati Uniti “porranno fine alle azioni commerciali proposte ai sensi della Sezione 301 e si impegnano a non imporre ulteriori azioni commerciali in relazione alle Imposte sui Servizi Digitali applicate da Austria, Francia, Italia, Spagna o Regno Unito“.