Concorrenza in aumento, sviluppo di offerte convergenti e prezzi in calo, almeno su alcuni servizi. Questi gli highlight che caratterizzano il mercato delle TLC in Italia, secondo quanto riportato dal rapporto della Commissione europea sulle TLC che sarà presentato oggi da Viviane Reding, commissario per la società dell’informazione e i media.
Nel Belpaese il media preferito è rappresentato dal mercato della telefonia mobile, definito il più ampio dell’Unione Europea e uno dei più importanti del mondo. Il tasso di penetrazione, calcolando il numero di SIM card attive, è infatti giunto a quota 152%: in pratica ogni italiano, mediamente, possiede un telefonino e mezzo. Mercato grande ma anche vivace, stando a quanto rilevato sul fronte della number portability: dal 2002 ad oggi, le utenze migrate da un gestore ad un altro sono circa 14 milioni.
Osservando i dati del 2006 (quelli definitivi del 2007 non sono ancora disponibili), emerge che il mercato italiano delle TLC ha generato un fatturato pari a 41,3 miliardi di euro, con predominanza del mobile (ricavi per 21,7 miliardi, contro i 19,5 registrati nel mondo wired ), settore in cui i principali attori si chiamano TIM (che ha una quota di mercato del 41,1%) e Vodafone (36,8%). Questi, con i player minori si stanno impegnando – rileva la Commissione – all’introduzione di “servizi avanzati” come la TV mobile.
Come visto sopra, i ricavi del mobile hanno già superato quelli del fisso: in calo “principalmente per i benefici del mobile e della banda larga”. Una risorsa, quella della banda larga, che nello scorso anno ha toccato 9,6 milioni di utenti, registrando un tasso di penetrazione pari al 16,2%: un valore in crescita, ma ancora inferiore alla media UE che si attesta al 18,2.