C’erano una volta i virus informatici: codici maligni che mettevano fuori uso i computer creando, nella maggior parte dei casi, qualche grattacapo ai sistemisti. Bei tempi, anche se può sembrare paradossale. Oggi si ha a che fare con la minaccia dei ransomware, in grado di paralizzare reti intere, con pesanti conseguenze sull’operatività di aziende, industrie e persino ospedali o infrastrutture critiche. Provate a indovinare quale paese è tra i più colpiti al mondo: esatto, l’Italia. Considerando come l’infezione parta sempre da un singolo dispositivo compromesso, per poi propagarsi, affidarsi a un sistema di protezione efficace è una scelta quasi obbligata. Fortunatamente, oggi con Norton lo si può fare con una spesa davvero contenuta.
Ransomware: l’Italia tra i paesi più colpiti
A portare alla luce la statistica citata poc’anzi è l’ultima analisi condotta da Trend Micro. Nel mese di gennaio, gli attacchi di questa tipologia rivolti a realtà del nostro territorio sono stati parecchio numerosi. Per essere più precisi, il 4,8% della quota rilevata a livello globale, quasi uno su venti. Nella poco invidiabile classifica siamo dietro solo a Stati Uniti (inarrivabili al 31,6%) e Francia (5,9%), a pari merito con l’India (4,8%). Tra i settori più colpiti, il manufacturing, la Pubblica Amministrazione alle prese con lo smart working e i servizi finanziari.
Farsi trovare impreparati di fronte a una simile minaccia informatica significa esporsi a violazioni che possono costare care, molto care. I cybercriminali, una volta cifrati i dati e bloccati i sistemi, sono nella posizione di chiedere il pagamento di un riscatto per ripristinarne l’accesso. E trattandosi di delinquenti a tutti gli effetti, non è detto mantengano la parola data dopo essere scappati con il bottino.
Considerando poi come per cadere nella trappola tesa sia talvolta sufficiente un click di troppo, magari distratto o soprappensiero, ecco perché farsi affiancare da un antivirus efficace come Norton è la scelta giusta. Come recita il proverbio, anche in tema di cybersecurity, prevenire è meglio che curare.