In un momento nel quale non possiamo vivere il territorio e respirarne lo spirito, sono i numeri a descriverci lo spirito del Paese in questo secondo (morbido) lockdown del 2020. Numeri che, ancora una volta, ricaviamo da Google, da quel “Rapporto sugli spostamenti della comunità” che Mountain View è in grado di ottenere aggregando le informazioni ricavate dagli smartphone Android con geolocalizzazione attivata. Numeri parziali, ma indicativi, utili a fotografare ciò che una comunità sta facendo sotto il regime di restrizioni che la lotta alla pandemia impone. Numeri che si aggiungono ai molti altri di questa confusa annata “data driven”, dove spesso politiche e strategie sono state guidate da numeri parziali, spesso mal raccolti, spesso mal gestiti, spesso mal interpretati. Molto raramente capiti.
Google Mobility Report
Uno dei dati più eclatanti è relativo agli spostamenti verso i luoghi del tempo libero (“bar, ristoranti, centri commerciali, musei, cinema, biblioteche”): in Italia in generale si è arrivati nei giorni scorsi a quota -40% rispetto ai mesi precedenti, siglando quindi una diminuzione sostanziale. Era esattamente questo l’effetto che si voleva ottenere con le differenti gradazioni di chiusura sul territorio nazionale: ridurre le occasioni di incontro e di relax collettivo, poiché fonte certa di occasioni di rischio e di contagio.
Altro numero importante registrato è relativo agli spostamenti verso i parchi, finalmente crollato dopo un eccessivo entusiasmo legato alla voglia di spazi aperti in questo caldo inizio d’autunno. La definizione delle zone rosse ha impedito gli spostamenti che non fossero per vera attività fisica, portando così le presenze all’aperto a -19%.
Il grafico più importante è quello relativo alle presenze presso le stazioni del trasporto pubblico (bus o metropolitane), luoghi di gravoso rischio per i contagi in virtù dell’assembramento di molti in spazi piccoli. I dati indicano una diminuzione del 47% delle presenze in questi luoghi, così come si è ridotto del 31% la presenza nei luoghi di lavoro ed è aumentata del 15% nelle zone residenziali.
Effetto zona rossa
Trend confermati, ma numeri che vanno aumentando progressivamente con l’aumentare delle zone “rosse” sul territorio nazionale. Nelle zone rosse, infatti, i numeri sono ancora più eclatanti. In Lombardia, ad esempio, gli spazi del tempo libero hanno visto presenze più che dimezzate, con presenze sui trasporti pubblici scese quasi del 60%. La permanenza presso le zone residenziali arriva al 19% e sui luoghi di lavoro scende del 37%.
Questi dati si accompagnano a quelli che indicano una curva pandemica in forte frenata, in un trend di decessi destinato a rallentare – come da previsioni – in ritardo di 1-2 settimane e nella possibilità per cui solo con il mese di dicembre si potrà rientrare in numeri più sostenibili per la sanità nazionale. Tutto il resto è economia e Natale, ma poco ha a che vedere con la statistica.