Il Nucleo Speciale Frodi Tecnologiche della Guardia di Finanza, sulla base di un procedimento penale della Procura della Repubblica presso il Tribunale Ordinario di Roma, ha individuato 12 siti Internet e un’app ritenute in violazione del diritto d’autore di diverse riviste e quotidiani , di cui ripubblicano online copie digitali.
L’operazione, culminata con il sequestro del siti (l’applicazione è trattata come un sito web nei testi dei comunicati stampa), è stata condotta con la collaborazione della Federazione Italiana Editori e Giornali (FIEG) che, attraverso il Presidente Giulio Anselmi, ha espresso il più profondo apprezzamento per quella che viene definita una “chiusura” : “Solo una efficace protezione del contenuto editoriale e l’applicazione di regole chiare, in condizioni di effettiva concorrenza, possono garantire la sopravvivenza di una informazione libera e di qualità”.
Questi servizi sono spesso in grado di pubblicare online una versione digitale del quotidiano, del settimanale o del mensile in concomitanza con la sua uscita in edicola in versione cartacea. Tutti allocati su server stranieri, spiega la GdF, offrono ai lettori un sistema di ricerca interno che permette di trovare il contenuto desiderato: una comodità che probabilmente è riuscita ad attirare milioni di contatti, monetizzati attraverso banner e pop-up pubblicitari.
La Guardia di Finanza parla però al passato: nonostante cercassero di anonimizzare le transazioni allocando le risorse ottenute dalla pubblicità su diverse piattaforme sparse per tutto il mondo, le forze dell’ordine spiegano di essere riuscite ad individuare i presunti responsabili, e per i domini incriminati è stato disposto il blocco, che equivarrebbe – secondo i comunicati – ad averne “interrotto l’attività illecita”. Non è chiaro invece come si sia proceduto per inibire l’accesso alle attività legate all’ applicazione Android QuotidianiFree , che ancora risulta disponibile sullo store di Google.
Già l’ anno scorso la Procura di Milano, in seguito ad una denuncia di Mondadori, aveva ordinato un sequestro d’urgenza per il dominio Avaxhome.ws, compreso anche nella lista dei siti colpiti dal più recente provvedimento.
Claudio Tamburrino