In un emendamento al DDL Concorrenza approvato dalle commissioni Finanze e Attività Produttive alla Camera trovano spazio i pagamenti tramite telefono per acquistare biglietti di mostre, spettacoli ed eventi sportivi .
L’emendamento si affianca ad una serie di norme per facilitare il cambiamento di operatore telefonico, per recedere dal proprio contratto e per garantire in generale la trasparenza nel settore telefonico e per i dettagli bisognerà presumibilmente attendere la definizione di regolamenti attuativi: per il momento si suppone che per micro pagamenti si intenda transazioni di un massimo di 50 euro , come prescritto dalla direttiva europea sui micro pagamenti digitali che dovrebbe arrivare nelle prossime settimane e di cui l’emendamento cui anticipa in parte il recepimento, e che per pagamento tramite dispositivo cellulare si intenda permettere di effettuare pagamenti attingendo al credito telefonico della propria SIM ricaricabile .
Primo firmatario della misura è l’onorevole Sergio Boccadutri (PD), che era già intervenuto sulla questione dei pagamenti elettronici con una proposta di legge in 11 articoli dal titolo “Disposizioni concernenti la limitazione dell’uso del contante e la promozione dell’impiego di strumenti di pagamento elettronici”. In esso erano previsti limiti all’utilizzo del denaro contante, incentivi all’impiego dei POS, divieti alle pubbliche amministrazioni ed ai loro incaricati di applicare maggiorazioni o commissioni per i pagamenti effettuati con tali strumenti e diversi strumenti per la tracciabilità.
Anche con il suo nuovo mini-emendamento, Boccadutri punta a rosicchiare il potere delle banche e degli attori tradizionali del mercato dei pagamenti, partendo in questo caso da quelli di piccola entità: in attesa che il panorama venga trasformato da soluzioni tecnologiche alternative, come potrebbero essere i pagamenti elettronici mediati da servizi come Apple Pay o Android Pay, basati su account ad hoc e sull’uso di smartphone come Apple Pay, l’Italia cerca di intervenire così per incentivare l’uso di crediti alternativi, in modo tale da limitare la capacità di ottenere commissioni da parte delle banche o comunque farle entrare in concorrenza con altri soggetti.
L’emendamento punta inoltre ad offrire “uno strumento di pagamento alternativo a chi non possiede una carta di credito”. Come riferisce Boccadutri, infatti, “sono 14 milioni italiani unbanked (ossia senza un conto corrente presso una banca), tutti questi però posseggono un cellulare e nel 90 per cento dei casi hanno una SIM ricaricabile che può essere utilizzata come mezzo di pagamento”.
Claudio Tamburrino