L’hanno chiamata in tanti modi ma l’eufemismo che va in queste ore è mannaia : è quella del P2P, calata sulla testa del cinema in Italia come altrove, almeno a sentire i protagonisti dell’industria di settore. Come Riccardo Tozzi , presidente dei produttori di ANICA, che lancia una proposta shock : far uscire i film in rete a pagamento il giorno stesso in cui vengono lanciati nelle sale.
Perché? Perché la pirateria, sostiene Tozzi, ci costringe a fare aggiustamenti per salvaguardare gli investimenti, perché sui circuiti di file sharing girano titoli cinematografici prima della loro uscita e spesso sono di ottima qualità ed infine perché pensare di cancellare il P2P è vano.
Tutte argomentazioni ragionevoli secondo qualcuno ma non secondo gli esercenti del cinema, i gestori delle sale, che vedono a rischio una parte del proprio business, quello formato da cinefili che i film preferiscono vederseli a casa invece di recarsi al cinema per vederli su grande schermo. Una fetta di consumatori e utenti che rischia di allargarsi sempre più e che, se venissero istituzionalizzate le release contemporanee , potrebbe seriamente danneggiare i commercianti.
Secondo Paolo Protti le dichiarazioni di Tozzi “sono inammissibili ed estremamente preoccupanti”. A suo dire si tratterebbe di una “soluzione all’italiana” che non risolverebbe il problema.
“La pirateria cinematografica – ha dichiarato Protti – è un fenomeno drammatico, anche perché non si è saputo né agire con sufficiente efficacia sotto l’aspetto delle iniziative di repressione, né vi è il sufficiente convincimento di operare ed investire, per arrivare alle fonti, cioè a chi materialmente dà inizio a questi atti. Tanto per spiegarsi, come mai non si sa da dove proviene la copia pirata del cartone animato Ratatouille, reperibile su Internet ben prima dell’uscita in sala?”.
Secondo Protti se si azzererà la window tra uscita nelle sale e uscita nei circuiti dell’home video, gli esercenti dovranno rivedere al ribasso i propri investimenti. E tutto questo implicherebbe anche un ridimensionamento dei costi di noleggio sulle copie proiettate, sui cui proventi contano, peraltro, i produttori.