Quando si parla di cybersecurity l’Italia non è certamente tra i Paesi migliori per protezione dei sistemi di aziende e privati. Lo scorso agosto abbiamo notato diversi studi relativi all’aumento di attacchi ransomware nel Belpaese, accompagnato da un incremento a livello internazionale. Nuove analisi pubblicate da Trend Micro Research in merito alle minacce informatiche, però, confermano che l’Italia è tra i Paesi più in pericolo: è addirittura il terzo Paese al mondo e il primo in Europa per attacchi informatici.
Le criticità italiane nella cybersecurity
Come ripreso dal Corriere Comunicazioni, il report sulle minacce informatiche “Stepping ahead of risk” cerca di inquadrare i dati più importanti del primo semestre del 2023, confermando che l’Italia è al primo posto in Europa per attacchi ricevuti: si parla di un totale di 174.608.112 malware intercettati, contro i 417.545.421 degli Stati Uniti e i 355.248.073 malware in Giappone.
La tipologia di attacchi più diffusa consiste nelle minacce via e-mail, seguite dalle visite a siti malevoli e dall’utilizzo di applicazioni pericolose, specialmente per l’online banking.
L’IA ha un ruolo in questo boom delle offensive verso il Belpaese? Sembra proprio di sì: lo studio di Trend Micro conferma che i cybercriminali utilizzano tool come WormGPT e FraudGPT per nuove forme di truffe più elaborate e difficili da individuare.
Nel caso specifico dei ransomware, è Swascan ad affermare che in Italia il furto di dati sensibili con richiesta di riscatto è aumentato del 34,6%, e l’80% delle vittime sono piccole e medie imprese. I Paesi più colpiti risultano essere Regno Unito e Canada, ma l’Italia non si posiziona troppo distante da essi. I settori principalmente nel mirino dei malintenzionati? Servizi (54% degli attacchi), manifatturiero (11%) e sanitario (9%).