Roma – Si narra che Pico della Mirandola disponesse di una memoria prodigiosa ma di certo anche lui non riuscirebbe a ricordare il coacervo di tariffe in continua evoluzione che vengono proposte dagli operatori nostrani per la telefonia fissa e mobile. Un vero e proprio percorso ad ostacoli che spesso è apparso come efficace strumento per l’occultamento di costi all’interno di tariffe “vantaggiosissime”.
Ed è questa la situazione che l’ Autorità per le garanzie nelle comunicazioni pare sia intenzionata finalmente a codificare. Forse già entro l’estate verrà varato un regolamento al quale i carrier dovranno attenersi per presentare all’Autorità e al pubblico le proprie tariffe. Il primo obiettivo delle nuove norme è quello di aumentare la trasparenza, diminuendo così gli interventi repressivi contro pubblicità e promozioni “viziate” dal sistema attuale. Va anche detto che gli operatori, che spesso si sono trovati a denunciare i comportamenti dei rivali, sono i primi a chiedere l’approvazione del nuovo regolamento.
Il rapporto sulle attività dell’Authority appare come un bollettino di guerra: su 92 comunicazioni da parte di 17 compagnie diverse, 43 sono state considerate non trasparenti, 24 non classificabili come nuove offerte e solo 25 hanno passato l’esame a pieni voti. Tra i maggiori problemi dei piani tariffari, l’esagerato numero di fasce diverse e la errata indicazione dell’incidenza dell’Iva sulla tariffa stessa.
In questi anni, inoltre, l’Antitrust ha comunicato di aver emesso decine di condanne per la fraudolenza dei messaggi promozionali. Gli operatori più condannati sono stati quelli del mondo “mobile”, vale a dire TIM e Omnitel (7 volte ciascuna) e Wind (5 volte).