Due operatori di telecomunicazione attivi in Italia pronti alla cessione: Tre Italia e Tiscali , secondo alcune agenzie di stampa del mercato finanziario, sarebbero in cerca di acquirenti. Ericsson , invece, è pronta a trasferire all’estero le attività del settore ricerca e sviluppo.
Tre Italia è stato il primo gestore di telefonia mobile in Italia ad occuparsi esclusivamente di UMTS e i dati più aggiornati riferiscono di 8,2 milioni di clienti, di cui 830mila per i soli servizi legati all’offerta di TV mobile su tecnologia DVB-H. Cifre decisamente di rilievo, soprattutto se rapportate ai numeri dell’intero gruppo che a livello worldwide conta 17,6 milioni di utenti. Qualche giorno fa, Tre Italia aveva comunque annunciato un piano triennale di investimenti da 300 milioni di euro contro il digital divide.
Le voci della messa in vendita dell’operatore italiano del gruppo Hutchison Whampoa sono state diffuse dall’agenzia Radiocor , che ha riportato alcune dichiarazioni rilasciate da Li Ka-Shing, numero uno del gruppo con sede a Hong Kong: con i numeri diffusi in questi ultimi giorni – forse non a caso – Ka-Shing presenta un “piatto ricco” ai potenziali acquirenti e conta sicuramente di ottenere un risultato finanziario importante. L’advisor che curerebbe la cessione dovrebbe essere Goldman Sachs . Il gruppo avrebbe già in corso alcune trattative – a carattere preliminare – con alcune aziende, di cui al momento non è però possibile conoscere i nomi.
Milano Finanza riferisce invece che oggi l’amministratore delegato di Tiscali conferirà il mandato di advisor finanziario a JPMorgan e Banca IMI (gruppo Intesa-SanPaolo). Numerosi i rumors circa le telco interessate all’acquisizione degli asset del gruppo, ma in una nota l’azienda rende noto che al momento non sono state ancora formulate offerte formali, “né per il Gruppo né per i singoli asset”.
Il riferimento è ad alcune indiscrezioni in circolazione da tempo in ambienti finanziari e non: da tempo si parla di un interessamento da parte di Vodafone e Telecom Italia , entrambe con mire – sempre secondo i rumors – anche alle attività di Tiscali UK (anche perché su quelle italiane, almeno per l’incumbent, potrebbe abbattersi la scure Authority TLC e Antitrust ).
In questa situazione che vede protagoniste due telco, una terza azienda del settore, Ericsson, sembra in procinto di traslocare: o almeno in parte. Secondo quanto si apprende dalle notizie diffuse dalle rappresentanze sindacali aziendali, il gruppo Ericsson avrebbe deciso di trasferire all’estero le attività di ricerca e sviluppo. In seguito alla conferma di tale decisione, da parte dell’amministratore delegato Cesare Avenia, è stato indetto per oggi uno sciopero nazionale di quattro ore dalle ore 8 alle 12.
“Scarseggiano gli investimenti sia per la rete mobile, sia per la banda larga – spiega Roberta Turi della Fiom Cgil – La delocalizzazione delle attività della Ericsson Marconi (Marconi è stata rilevata dal gruppo svedese nel 2005 , ndr) potrebbe quindi essere solo l’inizio di un problema occupazionale più ampio per gli altri lavoratori del gruppo Ericsson”. Per i quali l’amministratore delegato “non esclude nulla: alcuni potranno essere trasferiti a Genova, altri in qualche sito di Ericsson Telecomunicazioni, altri esternalizzati in società terze, ben sapendo che non ci sono attività alternative che potranno essere svolte su Roma”.
Dario Bonacina