Non usano mezzi termini i promotori di un blog già emblematico nel titolo www.italia.it / Fenomenologia e scandalo di un webmostro italiano , blog che vorrebbe divenire punto di riferimento per l’ondata di critiche che ha travolto il nuovo portale del turismo presentato nei giorni scorsi dal Governo. Blog che, come tanti altri, cerca di ricostruire la storia del portale e porre in evidenza i molti punti critici che porta con sé, da come è stato realizzato sotto il profilo tecnico, a quanto è costato all’Erario. E, a qualche giorno dalla presentazione del portale, le critiche, pur unanimi, si diversificano e arrivano in superficie problemi, come quello della sicurezza del nuovo sito, che preoccupano gli esperti.
Come sono stati spesi i fondi
Su come siano stati investiti quei 45 milioni di euro di cui si parla da tempo sono arrivate ulteriori delucidazioni da chi ha gestito l’erogazione. In buona sostanza il “grosso” è andato alla Regioni (21 milioni di euro), spese necessarie per iniziare a produrre i contenuti turistici da integrare ai servizi del portale. 7,8 milioni di euro sono invece il costo della piattaforma realizzata dai partner tecnologici mentre 4 milioni è la spesa prevista per una redazione centrale del portale. Il rimanente, 12,2 milioni di euro, sarà impiegato per chiudere il cantiere di sviluppo (verranno ad esempio portate ad 8 le lingue supportate, oggi sono 4) e promuovere il portale in rete.
Proprio sui costi del portale vertono le critiche più feroci. Come quelle che arrivano dalle associazioni dei consumatori: Adiconsum in una nota stigmatizza il portale “presentato – dice il suo presidente Paolo Landi – come una grande occasione per il turismo in Italia e, da un primo esame, ci sembra proprio che la montagna abbia partorito il classico topolino. Allo stato dell’arte è nulla di più di una serie di link e di informazioni varie molto simili a quelle che un qualsiasi turista interessato può reperire sui più classici motori di ricerca. Tutto questo per un importo, come siamo venuti a sapere, di circa 40 milioni di euro, di cui 100.000 per un logo su cui preferiamo non dare giudizio. Un vero spreco di denaro pubblico. Un esempio di come la qualità dell’innovazione non si possa pesare in milioni di euro”.
Pericolo phishing?
Anche la sicurezza del portale finisce nel mirino degli esperti . Ne parla Mente Digitale che evidenzia come il sito sia soggetto ad una tipica vulnerabilità di cross site scripting, una vulnerabilità “non pericolosa per il portale” ma che “può diventare una grande arma di pishing”.
Mentre scriviamo risulta davvero banale inserire uno script in una pagina sul portalone , script che potrebbe facilmente ingannare gli utenti meno esperti (un esempio innocuo), come segnala Ramos tra gli altri. E Fabrizio T. in una mail a Punto Informatico aggiunge: “È incredibile la a dir poco approssimativa implementazione del tool di ricerca sul sito www.italia.it (…) che rende estremamente puerile eseguire code-injection”. “Qualcuno – sottolinea Fabrizio – potrebbe quindi facilmente tentare phishing o hijacking, inserire un’immagine a scelta presa dalla Rete, fare una redirezione via javascript o riscrivere via javascript l’intera pagina! A quando i primi gravi problemi?”
Sito da rifare?
Come segnala Loman.it , cresce in rete il desiderio di mettere mano al codice del sito, quantomeno per dimostrare quanto poco sarebbe servito per renderlo di più facile consultazione. Lo suggerisce LorenzoC ed è un invito preso sul serio da più parti.
Diarium Neminis ed altri , intanto, analizzano nel dettaglio il portale, scoprendo , ad esempio, singolari pecche in alcuni servizi, come il Meteo: “Le temperature minime non sono né reali, né realistiche, visto che dal nord al sud, vengono riportate temperature negative eccessive, soprattutto per il Sud (ci abito, abbiate pazienza) e soprattutto per l’inverno tutt’altro che freddo che abbiamo quest’anno. Come se non bastasse, basta consultare qualsiasi servizio meteo sul Web per avere valori diversi”.
Bocciature e Googlebombing
Dopo le prime reazioni già riportate da Punto Informatico, fioccano anche autorevoli bocciature che si estendono al logo del turismo presentato a ridosso dell’apertura del portale e pietra fondante della “nuova comunicazione turistica”. Logo e portale ora oggetto anche di un badge di critica dal nome esemplificativo (“Fuck It”) che, vista la forte ostilità della rete italiana per il portale, potrebbe presto campeggiare su molte home page. E c’è chi propone una rassegna stampa delle bocciature, utile anche a chiedere conto a chi di dovere come si sia arrivati a produrre Italia.it.
Del fatto che il portale non piaccia proprio a nessuno (è anche partita una petizione per sapere come si sia arrivati a tanto) si prende atto anche sul sito dell’ Osservatorio ICT della “Margherita”, il partito a cui appartiene anche il ministro dei Beni culturali Francesco Rutelli, che lo ha presentato. Sulle pagine dell’ Osservatorio si parla della bocciatura unanime del mondo della Rete, “bocciatura completa: dalla compatibilità, alla navigazione, all’accessibilità, alla qualità dei contenuti, ad una politica degli stessi contraria al concetto di diffusione della conoscenza, tali e tanti sono i vincoli dettagliati sull’uso dei contenuti. Un vero portale col Copyright”.
Intanto Marketing Routes segnala un singolare Googlebombing che, nonostante le recenti modifiche introdotte da Google per impedire questo genere di azioni, sta interessando in queste ore proprio Italia.it, che appare tra i primi risultati di una ricerca su Google effettuata con una keyword tutt’altro che elogiativa. Roma – Forse la cosa migliore sarebbe provare a non pensare ai soldi spesi. Perché ovviamente qualsiasi progetto web come quello del portale turistico italia.it, che costi alle casse dello Stato svariate decine di milioni di euro (si parte da 45 milioni per arrivare a chissà quanto, qualcuno dice 140 milioni), nell’impossibilità evidente di addebitarne l’onere dell’eventuale probabilissimo insuccesso direttamente sul conto corrente personale dell’ex-Ministro Stanca (ideatore dell’iniziativa) o in quello del suo successore Francesco Rutelli, mal dispone ad una valutazione libera da preconcetti.
Proviamo allora a metterli da parte questi preconcetti, dimentichiamoci le grossolanità di progettazione del sito, inaugurato dopo un travaglio di anni solo qualche giorno fa, l’utilizzo confuso anche solo della lingua inglese (chissà cosa accadrà nella versione in cinese), i gravi problemi di accessibilità e le altre decine o centinaia di critiche più o meno circostanziate (un vero e proprio unico coro si è levato in tutta la rete Internet) che il portale turistico italiano ha raggranellato nel giro di pochi giorni, per occuparci delle vere ragioni per le quali oggi non ha senso riporre così tante attese in un progetto del genere.
La ragione principale, l’unica che desidero sottoporre alla vostra attenzione oggi, è quella che non si possono applicare vecchi schemi a nuovi mondi. L’idea centralizzante ed enciclopedica del sito web dal quale raggiungere tutte le opzioni informative che ci interessano è ormai decaduta in rete da anni, travolta dall’evoluzione tecnologica, dalla frammentazione e dall’ampliamento dell’offerta contenutistica e dall’evidenza dei fatti. Vale per l’informazione turistica come per qualsiasi altro campo. I siti web di informazione turistica tipo italia.it sono nati, in molti paesi europei, in epoca pre-google: un periodo nel quale esisteva un evidente sbarramento in accesso al reperimento delle risorse informative. Oppure queste erano disponibili ma lo erano solo per una platea di utenti avanzati in gradi orientarsi all’interno del www con una competenza differente rispetto a quella dell’utente medio. Oppure erano limitate fortemente dalla barriera linguistica.
Oggi italia.it mantiene un senso residuo solo come vetrina riassuntiva ed informativa dell’offerta turistica del paese, esattamente come un vecchio sito web degli anni 90, ma perde di qualsiasi significato nel momento in cui tenta di offrire altri valori aggiunti al turista che si appresta a visitare il nostro paese.
Per due ragioni: la principale è che ciò che è umanamente possibile fare in un unico sito web in termine di offerta contenutistica (basta dare una occhiata alle cartine dell’Italia contenute nel sito, un capolavoro di inusabilità) sarà per forza di cose di un livello nettamente inferiore a ciò che il web già offre gratuitamente ai suoi navigatori da tempo (esistono strumenti avanzati per valutare e prenotare alberghi, per confrontare tariffe aeree ecc), e la seconda è che i navigatori del web, anche quelli alle primissime armi, questi strumenti già li conoscono e li utilizzano. Perché da tempo una barriera di utilizzo delle risorse informative si è fortunatamente infranta e per esempio, google maps o yahoo maps sono nell’uso quotidiano dei turisti di tutto il mondo. Nessuno insomma utilizzerà italia.it per trovare un aereo o un albergo in Italia e tutti gli sforzi aggregativi del sito in questo senso, come se il sito web in se stesso potesse essere una sorta di volano all’investimento turistico, sono una vera e propria perdita di tempo (per chi li ha progettati e per chi tentasse di utilizzarli) e soldi.
Cercando di essere propositivi vorrei dire che Italia.it non ha bisogno in futuro di alcun ulteriore investimento. Non ha nemmeno bisogno di truppe di giornalisti e nemmeno di ben quattro addetti al controllo qualità (lavoreranno 24 ore al giorno?) come era possibile leggere nella maestosa pagina “Chi siamo” del sito prima della sua precipitosa riduzione .
Si convinca il Ministro a farlo diventare invece una directory di collegamento per le risorse informative di questo paese, un punto di confluenza delle notizie regionali, aggiornato e di semplice consultazione in grado di informare il turista sugli eventi significativi che troverà durante la vacanza. Ci si occupi di aggregare e tradurre le informazioni turistiche in un numero congruo di lingue senza immaginarlo come il motore di una domanda turistica via web che, se ci sarà, certamente passerà altrove, attraverso una serie di siti web evoluti ed internazionali che ci consentono già da anni di pensare ed organizzare da soli la nostra vacanza.
Se poi si desiderasse lo stesso volare alto, allora occorre ricordare che oggi il web 2.0 offre impensabili e semplicissimi tool di aggregazione e rimescolamento dei contenuti attraverso i quali avvicinare e rendere disponibili un numero ampio e variegato di contributi informativi in formati strabilianti ed intuitivi. Oggi sarebbe tecnicamente molto semplice fornire ai turisti italiani ed a quelli stranieri nel nostro paese strumenti non solo di informazione ma anche di valutazione reale della nostra offerta turistica: e allora perché non consentire ai cittadini del mondo scesi nel belpaese, di esprimersi in prima persona su gioie e dolori dei propri soggiorni a Venezia o a Firenze? Perché non fornire informazioni davvero preziose e queste sì veramente difficili da reperire altrove, sulla qualità e sui costi dei servizi alberghieri delle nostre città d’arte? O su come i turisti abbiano trovato i nostri trasporti pubblici o la pulizia delle nostre strade?
Anche per questo esistono già siti web che raccolgono le opinioni dei turisti ma se fosse lo Stato Italiano a preoccuparsi del livello di soddisfazione dei propri “clienti turisti” aggregandone commenti e punti di vista saremmo di fronte ad un passo di straordinaria innovazione ed intelligenza.
Avevo promesso di non parlare di soldi. Non so se ce la faccio. Il Ministro Rutelli forse si è trovato con italia.it con le mani legate da un progetto già malamente e vergognosamente predisposto e non ha potuto/voluto ridurne la inutile grandiosità, ma certamente è stato l’ispiratore qualche mese fa di un altro sito web chiamato “Turisti Protagonisti”. Turisti Protagonisti nasceva proprio dall’idea di raccogliere informazioni e testimonianze sulle esperienze turistiche dei cittadini italiani all’estero: l’idea era quella di aggregare contenuti differenti (sms, foto, testimonianze scritte, email) per ottenere informazioni utili allo sviluppo turistico del paese. Ora il sito web è stato chiuso dopo una attività di pochi mesi e soprattutto dopo una campagna pubblicitaria su TV, radio e carta stampata dal costo immaginabile di molte decine di migliaia di euro. Le stesse informazioni (in questi mesi sono state raccolte su TuristiProtagonisti circa 5000 testimonianze) il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali le avrebbe potuto raccogliere con una modesta ricerca commissionata ad uno dei tanti istituti di sondaggi per una somma di gran lunga inferiore a quella spesa complessivamente per il sito web e la sua pubblicità.
Oggi utilizzare sapientemente Internet sembra essere diventato uno dei problemi centrali sul quale arrovellarsi. I politici comprendono che non se ne può fare a meno (e anzi tutti hanno l’incubo di passare per vecchi analfabeti digitali) tranne poi investire energie e soldi del contribuente in progetti davvero vecchi e superati in sintonia con la propria modesta comprensione del mondo digitale. Quando gli stessi soldi potrebbero ben più efficacemente essere investiti per estendere (dico la prima che mi viene in mente) le aperture dei musei nelle grandi città d’arte.
Si possono fare grandi cose sul web oggi, anche in campo turistico, specie in un paese come il nostro, ma gli unici progetti che vale la pena immaginare sono quelli che coinvolgono i turisti come fornitori di contenuti e commentatori dei servizi stessi. E non sono sicuro che il Ministero abbia intenzione di buttarsi su percorsi del genere. Certo se decidesse di farlo sarebbe fantastico.
Per il resto meglio non fare nulla, limitare i danni e non buttar soldi dalla finestra. E se qualcuno al Ministero si ritrova cinque minuti liberi puo’ dare una occhiata al sito web di Marco Pugliese, che in poche ore di lavoro ha trasformato il codice di italia.it basato sul vetusto sistema delle tabelle (una maniera di scrivere pagine web ormai abbandonata da tutti) in un più moderno ed utilizzabile formato CSS. Sono bastate poche ore ed un po’ di talento. Cosa dice sig. Ministro, lo assumiamo?
Gli editoriali di M.M. sono disponibili a questo indirizzo Roma – Queste note si basano su osservazioni svolte tra giovedì 22 febbraio e sabato 24 febbraio 2007. Il sito è stato visitato e testato con IE6, Mozilla Firefox 2 e Opera 9 su un computer XP Pro SP2, collegato a internet con fibra ottica. L’osservazione ha simulato alcuni task fondamentali di un potenziale visitatore, tra cui la navigazione di un utente straniero che ha scelto la lingua inglese, ed è alla ricerca di un albergo o di informazioni utili organizzare un viaggio in Italia.
Navigazione e organizzazione contenuti
Digitando l’URL www.italia.it prima di entrare nella homepage si carica una pagina gateway dove scegliere la lingua. Nei primi giorni era presente una doppia introduzione animata di oltre 30 secondi, velocemente rimossa.
L’homepage è dominata da un grande slideshow Flash da 636 x 289 pixel che scorre varie immagini del belpaese. Al di là delle dimensioni importanti e invasive, il Flash di homepage non fornisce nessuna informazione o servizio utile: non è attivo, non presenta titoli, promozioni e non viene usato nemmeno per convogliare l’utente verso contenuti interni.
Sotto il grande banner Flash, i box con le promozioni e le notizie in evidenza sembrano impaginati in modo casuale, senza un layout o un allineamento preciso. I lanci non appaiono collegati alle sezioni interne, sono presentati senza spiegare all’utente cosa sta per leggere o dove sta per andare (una destinazione, un evento, un itinerario, cos’altro?). Titoli e immagini non sono attivi, l’unica possibilità di raggiungere una pagina interna dai box promozionali è cliccare su un poco visibile link “continue” in fondo al testo.
Dalle prime visite il portale trasmette una chiara prevalenza dei contenuti editoriali, a scapito dei servizi interattivi. Rispetto a quanto dichiarato al momento della presentazione del progetto, la mission del portale nazionale del turismo sembra essere cambiata. Oggi il sito sembra più una brochure, un guida che fornisce contenuti testuali, e meno un sistema che offre all’utente la possibilità di effettuare ricerche, confronti e prenotazioni online. La parte di “motori di ricerca” nella colonna a sinistra è ridotta all’essenziale, e una volta lasciata l’home page scompare e non si trova più.
Dove vuoi andare?
Nella colonna sinistra dei “motori di ricerca” sorprende la clamorosa mancanza in homepage di un sistema che permetta all’utente di trovare velocemente una destinazione da visitare, uno dei task fondamentali di qualsiasi sistema online per i viaggi e il turismo. Mentre esiste un motore di ricerca “Dove dormire”, manca completamente una ricerca per città / luoghi, un “Dove vuoi andare”. Se l’utente cerca informazioni su Firenze, Roma oppure Venezia ha due possibilità: compiere una cervellotica e lunga navigazione per regioni, province e comuni (e qui vale la pena di chiedersi: quale straniero sa qual è la regione di Roma?), oppure usare impropriamente il motore “Dove dormire” per risalire alla destinazione. Le varie “ricerche avanzate” non aiutano allo scopo.
Lo stesso sistema di navigazione per luoghi che si sperimenta a partire da “Visit Italy / Visita l’Italia” è forse adeguato per un’enciclopedia (ci sarebbe da discutere anche di questo), ma è decisamente inefficiente per la ricerca di una destinazione turistica da visitare. Perfino il linguaggio usato è molto lontano dallo schema mentale di un visitatore che vuole organizzare un viaggio. Per essere messi in condizione di cercare un luogo specifico bisogna fare almeno 4 click dall’homepage attraverso la sequenza “Visit Italy > Regions > provinces > Towns – Cities” e finalmente appare una maschera di ricerca. Tralasciando qualsiasi considerazione sul linguaggio usato, che fa riferimento a una realtà burocratica tutta italiana e sconosciuta alla gran parte dei potenziali utenti del sito, alla fine di questo percorso finalmente compare l’agognato motore di ricerca delle destinazioni, che risponde abbastanza velocemente e con risultati coerenti.
La testata
Quando si entra nelle pagine interne la testata con il banner flash diventa un po’ più piccola (210 pixel di altezza) ma diventa sempre meno utile, ripetitiva e ridondante. Le immagini questa volta sono fisse (perché usare ancora Flash?), e uguali per tutto il sito, dunque sempre fuori dal contesto e dai contenuti della pagina. Per esempio: se seguo il percorso Visita l’Italia > Regione > Lombardia > Milano l’immagine di testata non cambia mai e invece del Duomo mostra un campo fiorito. Lo stesso accade se si cerca un albergo o un volo.
I Flash delle testate sono a dimensione fissa, malgrado il layout sia flessibile. Quando si allarga la finestra del browser, l’immagine di testata resta centrata e ritagliata su un’area di fondo grigio con un effetto piuttosto casuale.
Una volta entrati nella pagine interne, aumenta la sensazione di essere dentro una brochure, e si sente decisamente la mancanza nella testata di un box o un collegamento diretto a una pagina di ricerca e prenotazione, da cui l’utente può partire e preparare il proprio viaggio senza troppi fronzoli e senza perdersi per il sito.
La struttura di navigazione regge fino al secondo livello, poi si ingarbuglia e ci si perde facilmente. Molti menu e collegamenti sono presentati e posizionati in modo incoerente nelle varie pagine: a volte sono liste di link, a volte sono dei box di varia fattura in fondo alla pagina, a volte cambia il menu a sinistra sovrapponendo menu diversi. In questa struttura, replicare determinati percorsi di navigazione per ritrovare i contenuti appare piuttosto difficile.
Cercare un volo
Simulando la navigazione dall’homepage, un utente che clicca sul link “Arriving by air” nel box “Let’s go!” in alto a destra, viene portato in una lunga pagina piena di testo invece di trovare subito la form di ricerca. In tempi di Ajax e di XHTML non ci si può non chiedere perché queste funzioni di ricerca non sono state lasciate direttamente in homepage con sistemi a scorrimento o svelamento progressivo, evitando di aprire nuove pagine o popup.
Quasi sempre form e box di ricerca di un viaggio, di un mezzo o di un itinerario sono nascoste nelle parti basse della pagina, seppellite dopo la testata e lunghi testi. Si può vedere per esempio il box “Search your flight” che appare dopo ben 900 pixel (quasi due “page scroll” in modalità 1024×768), invece di essere immediatamente visibile e accessibile all’utente dentro la finestra del browser al caricamento della pagina. Stessa storia per i box in fondo alla pagina “Moving around”, che appaiono dopo ben 1500 pixel (!).
Cercare un albergo
Proviamo con la ricerca alberghi dalla home page “Dove dormire / Where to sleep”. La pagina risultato di ricerca di un albergo mostra solo 5 (cinque) risultati per volta. Qui finalmente un’impaginazione dei risultati in tabella aiuterebbe, ma nell’interfaccia non sono state usate. Per ogni albergo mancano informazioni chiave come il prezzo, l’indirizzo o un’immagine dell’hotel.
Una volta atterrati nella scheda dell’albergo, la pagina appare piuttosto scarna, povera di informazioni fondamentali (descrizione delle camere, posizione etc.) e quasi completamente priva di information design. I “servizi” dell’albergo non sono presentati in questa pagina, ma in una ulteriore nuova pagina vuota, richiamata dal menu a sinistra (fuori dal focus principale dell’utente e fino a questo momento mai usato). Dalla scheda albergo non si può prenotare. Non esiste alcuna funzione per tornare alla lista risultato della ricerca, se non il pulsante “back” del browser. Se si clicca sul percorso indicato dalla “breadcrumb bar” sotto la testata si arriva in realtà nella pagina del luogo in cui l’albergo è situato, insomma ci si perde ancora.
Confrontando questo sistema con i più comuni sistemi di ricerca alberghi sul web, con gli stessi alberghi nelle stesse località, appare evidente che la logica di ricerca e visualizzazione dei risultati va completamente ripensata. Il portale nazionale è ancora troppo povero sia di informazioni che di servizi per essere realmente utile all’utente, e deve fare molta strada per raggiungere gli standard di mercato.
Contenuti
Le lunghe pagine testuali, come quelle della sezione “What to do/ Sport & Free Time / Mountain” sono pure descrizioni e, malgrado siano piene di nomi di località e destinazioni. non contengono alcun link ipertestuale che indirizzi l’utente verso approfondimenti o, meglio, verso una form di ricerca o prenotazione.
Nelle versioni nelle altre lingue continuano a comparire testi e titoli in italiano, a volte proprio dove potrebbero cerare maggiori problemi a un visitatore straniero che cerca informazioni, come per esempio nelle form e all’interno di alcune mappe interattive in Flash, come per esempio “Discover Italy” e “Plan your trip”.
Il codice delle pagine web
Malgrado la “Legge Stanca” sull’accessibilità web e ogni consolidata best practice dei web standard raccomanderebbero l’impiego almeno di XHTML 1.0, il document type dichiarato è l’HTML 4.0 strict. In ogni caso il codice web e il CSS vengono validati dal W3C.
Per visualizzare l’homepage e tutti i relativi componenti è necessario caricare oltre 430 Kb di dati, la metà dei quali per i Flash e per le immagini. Le JPG delle immagini che accompagnano i box in homepage non sono ottimizzate correttamente e insieme pesano oltre 60Kb. Il foglio di stile pesa 82Kb.
Il layout si adatta in larghezza alle dimensioni della finestra del browser, anche se in realtà è ottimizzato per 1024 x 768 e non scende sotto i 960 pixel a causa delle fasce laterali.
L’analisi delle pagine web oggi online evidenzia un approccio superato alla costruzione di una pagina web. Il layout è costruito con molte tabelle innestate una dentro l’altra. Il quadro principale della pagina risulta contornato da alcune celle vuote, il cui scopo non è molto chiaro. In alcune parti del codice vengono usate delle bitmap trasparenti per bloccare altezza e larghezza delle celle. Malgrado quanto scritto nella dichiarazione di accessibilità del sito, non sembra esserci alcuna marcatura semantica dei contenuti, a scapito sia dell’accessibilità e che della Search Engine Optimization. Nel caso di indirizzi o di citazioni non sono utilizzati i relativi tag. Perfino gli heading tags sono usati in modo disordinato, senza seguire la naturale struttura del documento. Per esempio l’home page presenta ben 9 titoli marcati con “h1”. Se si rimuovono gli style sheet, in molte pagine alcune componenti dell’interfaccia scompaiono letteralmente, senza lasciare il posto ai relativi sostituti testuali.
In generale il codice delle pagine web risulta ridondante e inutilmente pesante. Il passaggio verso standard più affermati e un impiego professionale di XHTML 1.0 e CSS2 rispettando gli standard web, porterebbe senza dubbio notevoli benefici sia in termini di pulizia del codice, leggerezza e velocità di trasmissione e rendering del browser, che di usabilità, accessibilità dei contenuti e di ottimizzazione per i motori di ricerca.
Conclusioni
Internet è ormai il principale canale per il mercato consumer dei viaggi e del turismo. Per l’utente il valore è dato dai contenuti, ma sopratutto dalla grande offerta di servizi interattivi che permettono di organizzare un viaggio interamente online.
L’idea di raccogliere, aggregare e organizzare la grande e variegata offerta turistica italiana in un grande portale ufficiale indirizzato ai visitatori stranieri, è sicuramente giusta e opportuna. Ma nel confronto con i principali operatori del turismo online e con i portali nazionali di Spagna, Francia e Germania, il prodotto italiano risulta purtroppo carente in molte aree chiave e decisamente al di sotto degli standard di mercato.
L’architettura dei contenuti del portale Italia.it, dall’organizzazione del sito ai layout di pagina appare poco orientata alla fornitura di servizi online. Il motore di ricerca degli alberghi non regge il confronto con i più comuni e affermati sistemi di ricerca e prenotazione.
Quella che abbiamo oggi è una “brochure ipertestuale” interpretata in modo un po’ tradizionale e desueto, che soffre dalla classica “sindrome dell’iceberg”: a causa di un approccio all’organizzazione troppo tassonomico e burocratico, i contenuti e i servizi di interesse per l’utente sono annegati nei livelli più profondi del sito e vengono raggiunti con fatica. Una volta entrati ci si perde facilmente, menu e collegamenti ai livelli più interni sono poco consistenti, spesso nascosti in fondo alle pagine.
In generale, l’utente è decisamente poco aiutato a essere operativo e attivo nelle sue intenzioni principali. Un po’ più di lavoro sull’analisi dei task principali dell’utente e sui wireframes avrebbe aiutato a progettare un sistema più efficace e mirato.
Dal punto di vista tecnologico desta molta perplessità la scelta di non seguire i web standard più consolidati, a scapito di pulizia, accessibilità e ottimizzazione per i motori di ricerca, soprattutto in presenza di una legge dello Stato, di un partner tecnologico di fama mondiale e l’ingente budget mobilitato dal governo. Il presentation layer del sito sarebbe da reingegnerizzare.
In conclusione, pur ammettendo che quello che si vede oggi online è molto probabilmente una versione non completa destinata a essere corretta e sviluppata in futuro, il risultato solleva molti dubbi, soprattutto pensando agli obiettivi che questo progetto si è dato.
Siamo molto lontani dall’eccellenza. Molti dei limiti e delle criticità emerse, rivelano un progetto pensato e sviluppato in modo decisamente poco orientato all’utente, con poca esperienza sia nel settore del turismo che in quello dei servizi online. L’impegno economico, tecnologico e organizzativo annunciato per la realizzazione di questo portale, non giustificano una brochure editoriale, con pochi servizi interattivi, poco organizzata, progettata male e realizzata con tecnologie superate.
Gianluca Brugnoli
Facoltà del Design – Politecnico di Milano