Ci sono voluti cinque mesi perché dal Governo pervenisse un nuovo no alla diffusione in pubblico degli atti relativi alla vicenda del portalone del turismo Italia.it. Può sembrare incredibile ma dopo il primo niet opposto alla richiesta di più di 1500 utenti italiani, dalla Commissione che si occupa della gestione dei documenti ne è arrivato un altro. Anche questa volta è contenuto in una lettera in burocratese, che tenta di giustificare il motivo per il quale quelle carte non possono essere diffuse, come aveva invece richiesto l’associazione Generazione Attiva .
Nella risposta del Dipartimento per l’Innovazione e le Tecnologie che fa capo alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, si legge:
“Il dipartimento per il coordinamento amministrativo ha trasmesso a questo Ufficio la lettera del 25 Luglio 2007 diretta anche a codesta Associazione, con la quale è stata trasmessa la richiesta volta ad ottenere il rilascio della documentazione attinente la realizzazione del progetto portale turismo italia.it.
Questo dipartimento ha ritenuto di richiedere il parere della Commissione per l’accesso ai documenti amministrativi sul procedimento amministrativo, come previsto dalle leggi n 241/90 e n. 15=05, al fine di verificare la sussistenza o meno della legittimità, per codesta Associazione, di esercitare l’accesso alla documentazione suddetta.
A seguito dell’esame della domanda, la commissione ha concluso, con un motivato parere, che la domanda di accesso, come formulata da codesta Associazione, “…non rientra tra i diritti specifici dei consumatori…in quanto finalizzata genericamente a conoscere i costi della pubblica amministrazione, in funzione di un generico ed indistinto interesse al contenimento della spesa pubblica”.
Pertanto, conformemente alla pronuncia della Commissioni, si porta a conoscenza che la prodotta richiesta di accesso non può essere accolta”.
Una risposta che, com’è ovvio, in un’epoca in cui si inneggia alla trasparenza concessa dalle nuove tecnologie, non può che suscitare polemiche fortissime. Tanto più che riguarda una spesa controversa, sulla quale il Governo ha già fatto clamorosamente retromarcia e che è relativa proprio ad Internet, il mezzo sul quale è stato documentato giorno per giorno da molti, Scandalo Italiano in primis, l’incedere del letale progetto di Italia.it.
Proprio su Scandalo Italiano ora si parla del “muro degli impuniti”, una indignazione condivisa anche dai blogger e che disegna un quadro a tinte fosche. Le spese previste per il portalone del turismo, e ancor di più la decisione del Governo di cessare i finanziamenti, avrebbe secondo molti dovuto indurre ad una immediata totale trasparenza degli atti amministrativi che riguardano il portale, dalla sua nascita fino ad oggi. Million Portal Bay parla di “doppiezza”, Ischiablog parla di “occultamento” della documentazione e via dicendo.
Difficile prevedere a questo punto se e quando l’Esecutivo riterrà necessario informare i cittadini italiani di come siano stati buttati al vento tanti denari pubblici.