Finisce in favore di Hawlett-Packard il primo round della contesa con Oracle sul supporto continuato a Itanium, la tecnologia di processori server di Intel (IA-64) largamente soppiantata dalle più recenti CPU a 64-bit di Santa Clara (Xeon x86-64): Oracle non ha rispettato il contratto, ha stabilito il giudice, e dovrà continuare a supportare IA-64 fintanto che HP continuerà a vendere i suoi server basati su processori Itanium.
La sentenza (preliminare) è stata pronunciata dal giudice James Kleinberg, e stabilisce la responsabilità di Oracle nella violazione degli obblighi contrattuali precedentemente siglati con HP: al colosso dei database viene ora imposto il supporto all’architettura IA-64 con aggiornamenti continui (nuove versioni o update) per i prodotti software già disponibili al 20 settembre del 2010.
Naturalmente contrastanti le reazioni delle parti interessate al pronunciamento del giudice Kleinberg: HP parla di “straordinaria vittoria” per l’azienda e i suoi clienti, e si aspetta che Oracle “si conformi ai suoi obblighi contrattuali così come ordinato dalla corte”.
Più sfumata e altrettanto battagliera la dichiarazione di Oracle, che parla di una sentenza che non influenza in alcun modo le scelte ingegneristiche già fatte – inclusa la volontà di non continuare lo sviluppo dei suoi prodotti software su Itanium.
Sia come sia, i giochi sono tutto fuorché chiusi: la sentenza preliminare del giudice Kleinberg è propedeutica alla fase in cui dovranno essere contabilizzati gli eventuali danni provocati da Oracle ad HP (che chiede 500 milioni di dollari sull’unghia), mentre Oracle ha già fatto sapere di volersi appellare alla decisione.
Alfonso Maruccia