L’ International Trade Commission (ITC) ha dato ragione ad Apple giudicando i suoi prodotti non in infrazione dei brevetti contestategli da HTC .
HTC aveva già incassato due decisioni negative da parte dalla commissione federale: proprio per questo aveva acquisito per 300 milioni di dollari S3 Graphics, detentrice di un brevetto che aveva garantito alla taiwanese una prima sentenza contro Apple.
Come in seguito alle altre sentenze negative, le azioni dell’azienda di Taiwan hanno subito una perdita di più di 5 punti percentuali: d’altronde, l’ITC ha di fatto ribaltato quella sentenza basata sul brevetto S3 Graphics che aveva spinto HTC a sborsare 300 milioni di dollari per l’azienda.
HTC ha fatto sapere di essere “delusa dalla decisione, ma di rispettarla”. Si riserva, d’altronde, di studiare le motivazioni che hanno spinto a questa nuova sentenza e di valutare l’opportunità di ricorrere in appello .
Sempre l’ITC, poi, ha respinto anche le accuse di violazione di proprietà intellettuale nei confronti di Apple depositate da AMD.
Sull’onda positiva e nell’ormai annosa guerra che la vede contrapposta a Samsung, Cupertino ha anche cercato di ottenere l’accesso alle registrazioni delle conversazioni del call center della coreana per cercare telefonate in cui i suoi stessi utenti confondono i suoi prodotti con quelli con la Mela: vorrebbe insomma avere prove di eventuali confusioni con i suoi prodotti da parte degli stessi utenti Samsung o di richieste di servizi come “FaceTime” invece di “video chat”.
La coreana si è formalmente opposta a questa richiesta, affermando che è talmente vaga che rischierebbe di riguardare anche tutte quelle chiamate in cui i consumatori si lamentano dei prodotti Apple . Talmente tante chiamate – dice – che raccoglierle sarebbe un onere eccessivo.
Apple se la deve poi ancora vedere in Germania con Motorola: dopo aver perso il primo round , rischia seriamente di veder bloccati nel Paese tutti i prodotti che si collegano al servizio iCloud , rispetto a cui Motorola contesta la violazione di un suo brevetto europeo sulla sincronizzazione di dati. La corte sembra contraria a tutte le tesi difensive di Apple , così come sembra poco sicura quella basata sulla differenza tra Apple, Apple GmbH (la sussidiaria tedesca) e Apple Reatail Germany GmbH responsabile del circuito di negozi, differenza che secondo alcuni osservatori l’avrebbe eventualmente salvata dal blocco delle importazioni.
Claudio Tamburrino