Sono giorni caldi per il settore hi-tech statunitense: l’ International Trade Commission ha cominciato ad affrontare i casi che ingombrano la sua scrivania, Apple contro Nokia e Microsoft contro Motorola.
Nel primo caso le indagini hanno già portato ad una conclusione (una raccomandazione parziale e non definitiva): secondo lo staff addetto alle indagini preliminari “le prove non rivelano una violazione” dei diritti brevettuali di Apple. Inoltre, alcune delle rivendicazioni brevettuali di Cupertino sarebbero addirittura non valide.
Il caso è solo uno dei capi dell’ingarbugliata situazione del mercato della proprietà intellettuale legata agli smartphone. Il tutto è iniziato con Espoo dalla parte dell’accusa e Cupertino sul banco degli imputati, ma poi questa ha risposto controdenuciando Nokia e alla fine entrambe si sono rivolte all’ITC chiedendo il blocco delle importazioni dell’altra per violazione dei rispettivi brevetti .
Il giudice Charles Bullock cui è affidato il caso non è obbligato a seguire le opinioni dello staff che si è occupato delle indagini preliminari: le sue conclusioni sono attese per febbraio, e saranno soggette alla revisione di una commissione di sei membri che emetterà una sentenza definitiva entro giugno prossimo. Intanto, però, lo staff dell’ITC (che ricopre il ruolo dell’interesse pubblico e si schiera dove ritiene più giusto) ha preso le parti di Nokia .
Intanto l’ ITC si appresta ad ascoltare anche Microsoft e Motorola : la denuncia della prima contro la seconda per alcune funzionalità dei dispositivi con Android sarà affrontata anche dall’organo che ha l’autorità di bloccare, nel caso noti una violazione, le importazioni dei dispositivi Motorola.
Claudio Tamburrino